Piaccia o meno ma – comunicati ufficiali del club alla mano – il conto alla rovescia è già cominciato. Possibile infatti che tra un anno, di questi tempi, non parleremo più dei suoi gol, delle sue magliette, delle sue provocazioni che hanno punteggiato il derby romano nell’ultimo quarto di secolo o giù di lì. A 40 anni, Francesco Totti domani entrerà nel tunnel dell’Olimpico teoricamente per la penultima Stracittadina della carriera (incroci di Coppa Italia permettendo).
ATTACCO IN CRISI Vista la moria di attaccanti che Spalletti deve fronteggiare, l’impressione è che la sua non sarà una comparsata. Salah mancherà per tutto dicembre, El Shaarawy corre contro il tempo per andare almeno in panchina e allora come meravigliarsi se alla fine il numero dieci giallorosso – giunto al 42° derby fra campionato (36) e Coppa Italia (5) – scalpiti come nei giorni belli?
E allora attenti alle sorprese, perché l’enorme capacità mediatica di Totti gli potrebbe far tirare fuori dal baule della fantasia qualche sorpresa. Negli anni, d’altronde, il capitano della Roma ha sempre saputo esaltare la platea giallorossa. A cominciare da quando indossò una maglia regalatagli dalla Sud – esposta dopo aver segnato la prima rete delle sue 11 nella Stracittadina (recordman con Da Costa) – che recitava: «Carica ragazzi» (novembre 1998). L’anno successivo, però, arrivò il primo grande squillo. «Vi ho purgato ancora», aveva scritto sulla T-shirt (aprile 1999), scatenando una polemica che non si è mai placata del tutto. Forse per questo passarono tre anni prima che la Stracittadina scatenasse ancora la fantasia del capitano, che cominciò a usare il derby anche per fini «privati». Non è un caso che, per corteggiare meglio la sua fidanzata Ilary, pensò di esporre il celebre: «6 unica» (marzo 2002). Archiviate le magliette, Totti s’inventò altro. Che cosa c’è di più mediatico della tv? Probabilmente nulla, e così – dopo aver segnato un gol su rigore – decise d’impadronirsi di una telecamera per riprendere il pubblico della curva giallorossa (aprile 2004). Poi fu la volta della palla nascosta sotto la maglia e un finto parto simulato sotto la tribuna Monte Mario (ottobre 2005). Seguirono anni di stasi, interrotti da una rete e una frase gridata alla telecamera: «Questo è per voi, godo come un maiale» (aprile 2013). Il resto è quasi storia dei nostri giorni. Il selfie sotto la Sud – rilanciato in ogni parte del mondo – è stata forse l’idea più geniale di tutte (gennaio 2015), ma quello fra Totti e le magliette resta un legame da primo amore e così l’ultima recitava questo: «Stai sempre a parla’, ora che te voi inventa’ (davanti): game over » (maggio 2015).
CIPOLLE In attesa del derby, comunque, il capitano si prepara partecipando al contest «Smiling Onion», l’iniziativa benefica lanciata dal pallavolista Ivan Zaytsev. «Tagliare la cipolla non è mai stato il mio passatempo preferito perché sono allergico, ma per una buona causa si fa volentieri un piccolo sacrificio», dice nel video pubblicato sul suo account di Facebook. L’impressione è che quelle da cipolla siano le uniche lacrime che Totti voglia versare nei prossimi giorni. Anzi, occhio ai colpi di scena. Chissà che i titoli di coda in arrivo non gli accendano la fantasia.