È stata la sua unica vera tentazione, l’unica squadra che gli ha fatto pensare di poter lasciare tutto e andar via. […] E quando domani rimetterà piede al Santiago Bernabeu, anche se da dirigente, Francesco Totti penserà al fatto che quello stadio avrebbe potuto essere il suo. «Nel 2004 ero indeciso, avevo un piede a Roma e uno a Madrid – dice Totti al match program del club –. Il Real ha provato a prendermi in tutti i modi: mi mandarono anche la maglia con il 10 e la scritta Totti per “aiutarmi” a passare con loro. Poi, come sempre, ha prevalso l’amore». Del resto, la storia che lega Totti al Real è lunga: «Il Bernabeu è uno stadio che può incutere timore, ma anche essere da stimolo. Io ne ho ricordi bellissimi: come la vittoria nel 2002 con un mio gol o lo stadio tutto in piedi ad applaudirmi quando entrai nel 2016. È stato il coronamento della carriera, un giorno indimenticabile. […] Perez? L’ho incontrato anche a Montecarlo, ai sorteggi. Ogni volta mi fa la stessa battuta, non se ne fa una ragione. E nel 2016 ha voluto la maglia autografata con la scritta “unico giocatore che ha detto no al Real» Domani, intanto, servirà serenità per far bene. «[…] Il Real è una squadra di marziani, ma abbiamo il gruppo per metterli in difficoltà. Sono andati via Zidane e Ronaldo, ma non li vedo ridimensionati. Modric meriterebbe il Pallone d’oro, è un extraterrestre, io lo darei a lui e penso lo possa vincere. […]».
Intanto c’è un altro Totti che ha fatto innamorare di lui Madrid ed è il piccolo Cristian, che nei giorni scorsi ha partecipato con la Roma alla Madrid Football Cup, torneo Under 14. Durante una partita Cristian stava per fare gol ma quando ha visto il portiere avversario a terra (dopo essersi scontrato con lui) ha pensato prima di tutto a sincerarsi delle sue condizioni. […] Il fair play è già da applausi