Quando ho visto il video integrale sono restato sorpreso perché Luis Suarez conosce l’italiano, è in grado di parlarlo con qualche spagnolismo che viene naturale a qualsiasi spagnolo anche residente in Italia da 20 anni. Succede anche a noi italiani quando avendo studiato a lungo altre lingue come lo stesso spagnolo o l’inglese, pronunciamo in modo non corretta la loro lingua. Siccome Suarez l’abbiamo deriso tutti qualche mese fa sulla base di pochi spezzoni di brogliacci di inchiesta, la visione integrale del video fa in parte giustizia al calciatore.
Se poi si pretende di fare un esame di sociologia o psicologia, con domande sulle differenze sul concetto di famiglia in Uruguay e in Italia, è difficile pretendere risposte concettuali e articolate da chi fa il giocatore di calcio, non il filosofo o il sociologo. Ho fatto l’esempio di Francesco Totti, perché é stato lui stesso a ironizzare su qualche svarione linguistico che gli era sfuggito nelle interviste del dopo partita pubblicando a sua firma due libri di barzellette su di lui. Ma si poteva fare l’esempio di qualsiasi altro calciatore italiano – ad esempio Leonardo Bonucci per citare uno juventino – a cui normalmente non si chiede di parlare l’italiano in rima baciata, perché la poesia dei calciatori è nei loro piedi, non nella loro lingua.
Totti è stato poeta sommo in quello, il più grande calciatore che nella mia vita ho visto in campo. Non sono nato a Roma, ma a Roma ho vissuto la maggiore parte della mia vita e ho visto nascere i miei tre figli, due dei quali romanisti sfegatati. Io più di loro sono ancora indignato per come questa città trattò il Totti in campo nelle sue ultime stagioni. Mai avrei pensato di sentire discutere di lui dai tifosi come accadde con parte rilevante dei fan giallorossi che parteggiò per Spalletti sostenendo che anche come uno come lui aveva fatto i suoi anni e non poteva imporsi sulla squadra. Magari fra quelli che lo invitavano alla pensione c’è proprio chi oggi ipocritamente si indigna senza provare nemmeno un pizzico di vergogna. Credo che certi uomini siano simboli unici che non possono essere messi mai in discussione, per rispetto alla loro storia e a quel che hanno dato nella loro vita. Avrei fatto giocare Totti su una gamba sola tutti quegli anni senza mai aggrottare manco un sopracciglio.
Ma così non fu, e fu veramente scandaloso. Appena riparato da quella straordinaria festa di addio all’Olimpico che ancora oggi rivedendola commuove me e i miei figli. Ma la verità è che negli ultimi anni da giocatore Roma fu ingrata con Totti come Torino fu ingrata con Alessandro del Piero. Ma torno a Suarez, andando all’osso: quell’esame fu scandaloso per come è stato organizzato, per il comportamento della Università di Perugia, per tutte le cose che sono oggetto oggi di inchiesta penale. Ma non lo è stato per il comportamento del giocatore Suarez, che è stato professionale e non così ridicolo come fu raccontato. Mi piacerebbe vedere anche altri esami di stranieri comuni che ottengono la cittadinanza italiana per capire quanto maneggino loro la lingua e se scappi o meno pure a loro una cucumella (che Suarez ha subito corretto), e quanto siano in grado di sostenere dialoghi, perché ho presente molti casi in cui questo non è pur dopo avere superato positivamente l’esame di lingua…
FONTE: Il Tempo – F. Bechis