Nessun complotto. Nessuna scusa. La Roma ha i punti che si è guadagnata sul campo e poteva vincere contro il Torino – idem con il Cagliari – a prescindere dagli arbitraggi. La premessa è necessaria e rispecchia i pensieri di Fonseca e dei dirigenti, ma la direzione di gara del signor Marco Di Bello, sezione di Brindisi, 38 anni, da 5 in Serie A, è la conferma di una tendenza per certi versi inspiegabile in questa stagione: la Roma e gli arbitri hanno un brutto rapporto.
Tanti episodi, troppi errori, spesso cancellati dalle vittorie dei giallorossi capaci di andare oltre le decisioni contrarie come fanno le grandi squadre. Stavolta no, c’è una sconfitta che brucia da gestire e ripercorrendo la partita persa con il Torino non si può non considerare il fattore-Di Bello. Che di bello ha fatto poco o nulla (come la Roma sotto porta).
Un primo tempo diretto all’inglese, uno dei tanti luoghi comuni del calcio perché se c’è un fallo anche in Premier devono fischiarlo, il nervosismo crescente dei giocatori e di Fonseca, uno stop di mano di Verdi davanti all’assistente non sanzionato che ha dato il via a una ripartenza granata costata il giallo a Veretout, il recupero di un minuto fatto scattare dal momento della ripresa del gioco, applicando in realtà una norma che la maggior parte delle volte è ignorata, il gol di Belotti a tempo teoricamente scaduto, la farsa di far giocare per altri cinque secondi prima dell’intervallo, i cartellini che venivano sventolati solo ai giallorossi sempre più indispettiti (alla fine 5 gialli per 11 falli commessi, contro i soli 2 mostrati ai giocatori del Torino su 23 falli), il metro diverso sulle trattenute (Diawara e Veretout ammoniti, Lukic e Meitè no), ma soprattutto la mancata seconda ammonizione a Izzo per aver interrotto un’azione potenzialmente pericolosa ribattendo con il braccio un cross. La ciliegina sulla torta il rigore solare per fallo di Smalling che Di Bello ha visto solo al Var.
Fonseca ha perso la testa come gli era successo solo contro il Cagliari e stavolta se l’è cavata con l’ammonizione: un motivo ci sarà. Poi, sbollita la rabbia, il portoghese ci ha tenuto a spiegare che la sconfitta non è da attribuire all’arbitro ma ai gol mancati dalla Roma. Ed è il giusto messaggio da trasmettere ai calciatori.
Detto questo, in pagina trovate gli errori più eclatanti degli arbitri quest’anno contro i giallorossi, sia in Italia sia in Europa con la «perla» del rigore inesistente fischiato da Collum, ai quali va aggiunto il gol assegnato in Germania al Borussia col pallone che era uscito in fallo laterale a inizio azione. Qualcosa non torna. L’auspicio è che i prossimi siano più attenti e meno condizionati. Da cosa, non si sa.
FONTE: Il Tempo – A. Austini