No, non è come raccontano le statistiche. No, non è semplicemente la terza sconfitta consecutiva del calcio italiano nelle finali europee di questo 2023 da ricordare in qualche modo. È vero: una sequenza del genere può indurre al pessimismo cosmico e recuperare tutti i luoghi comuni più scontati sul calcio italiano.
No, non è una sconfitta amara e umiliante ripetuta tre volte. E invece, dietro le statistiche che inchiodano anche l’Inter di Inzaghi, in fondo al tunnel c’è una lucina che racconta dei progressi effettuati e della possibilità di cogliere, proprio grazie alle prove di Roma, Fiorentina e Inter, le nostre tre rappresentanti, i segnali consistenti di un lento ma incoraggiante progresso.
Perché è vero che la Roma è stata tradita dalla famosa sciatteria dei rigori, è altrettanto vero che la Fiorentina si è lasciata tradite da un peccato di generosità, con la difesa posizionata male perché “pronta a scappare” secondo il dettato tattico di Italiano. Anche l’Inter, in Champions, è andata incontro al proprio destino mostrando qualità e virtù che ne hanno fatto la regina dei trofei domestici (Supercoppa e coppa Italia) e la dominatrice dell’ultimo pezzo di stagione. Ha tenuto in scacco gli inglesi e a un certo punto ha avuto- per gli sciagurati errori altrui- un paio di occasioni per indirizzare la finale dalla sua parte. Non è una sconfitta ma soltanto l’inizio dell’attraversamento del deserto.