La Roma ne vince un’altra. La terza consecutiva, soffrendo più di quanto avrebbe dovuto, in una partita che doveva chiudere più volte ma che è rimasta aperta fino all’ultimo sospiro contro il Verona mai domo di Juric. Ma a Fonseca va bene anche così, consolida il quinto posto rifilando due punti al Napoli fermato sul pari a Bologna e rispondendo al successo del Milan sul Parma.
Il portoghese cambia ancora, inventa Kolarov centrale viste le assenze di Smalling e Fazio e continua a dar fiducia a Mancini e Ibanez nell’ormai nota difesa a tre. Per il resto è la Roma migliore senza Cristante ma con Diawara: conferme anche per Veretout e Mhkitaryan divenuto ormai uno degli intoccabili del tecnico portoghese. Pronti via e la Roma e avanti: prima rischia grosso sul primo affondo del Verona, poi sul ribaltamento di fronte Maresca concede ai giallorossi un rigore generoso. Dal discetto Veretout fa 1-0, poi mezz’ora di buon Verona, prima del 2-0 firmato Dzeko.
Il bomber segna lt gol numero 105 (sesto di testa quest’anno) con la maglia della Roma, grazie alla gran palla recuperata da un grande Spinazzola. Il primo tempo non dice altro, se non l’insolita quanto inutile espulsione di Juric. Il tecnico ospite esplode in occasione del rigore giallorosso: “Che banda che siete, senza vergogna” urla all’arbitro che tramuta il giallo già estratto in un cartellino rosso. Finita? Macché, Juric continua a dare indicazione ai suoi urlando dalla tribuna nel silenzio spettrale di un Olimpico formato Covid.
Si riparte con il gran gol del 2-1 di Pessina dopo il quale la Roma avrebbe potuto più volte chiudere il discorso ma Mhkitaryan prima e due volte Dzeko non riescono a segnare dei gol già fatti. Clamoroso quello sbagliato dal bomber bosniaco al 74′ che lascia tutti con l’amaro in bocca perché ci sarà da soffrire fino ai tre fischi di Maresca che faranno tirare un sospiro di sollievo alla banda di Fonseca arrivata in fondo senza fiato. Ora giusto il tempo di una doccia e poi di nuovo in campo: domenica sera all’Olimpico arriva l’Inter e stavolta per portar via l’intera posta servirà qualcosa di più.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini