L’intesa di massima c’è, Friedkin spinge sull’acceleratore per raggiungere l’obiettivo Roma. Il magnate texano avanza a grandi passi verso l’ingresso nel mondo giallorosso e con Pallotta è stato raggiunto un accordo verbale per quanto riguarda le cifre delle trattativa. Nelle ultime ore i contatti diretti tra i due soggetti sono stati continui e proficui ed è stata poi completata in ogni loro passaggio la due diligence fiscale e quella contabile, ovvero lo studio dei conti delle 12 società che gravitano nell’orbita della Roma.
Gli advisor incaricati da Friedkin, che si appoggia tra gli altri a Jp Morgan e allo studio legale Chiomenti, hanno analizzato tutti i bilanci e hanno evidenziato l’assenza di qualsiasi elemento di criticità che possa compromettere il buon esito della trattativa. Ieri ha invece preso il via la due diligence legale, ennesimo segnale che indica l’assenza di qualsiasi intoppo in questa fase.
Gli avvocati di Friedkin hanno acquisito i documenti relativi a diverse operazioni, tra le quali le più significative sono state quelle con Goldman Sachs per la ristrutturazione del debito, il lancio del Bond e l’accordo con la Nike del 2018, grazie al quale è stata acquistata la società che gestiva i diritti del marchio. In questo step della contrattazione vengono rivisti i documenti e le informazioni di natura giuridica per verificare la fattibilità dell’operazione. Si tratta comunque di una prassi in ogni trattativa del genere.
Pallotta, spinto ad effettuare quest’operazione soprattutto dai suoi soci americani, era partito da una richiesta di un miliardo di dollari – vanno però sottratti i 272,1 milioni dell’indebitamento finanziario e la quota spettante dell’aumento di capitale – per l’intero pacchetto della AS Roma Spv Llc – costituita nel lontano 27 gennaio 2011 – che controlla il club e le società relative all’impianto che dovrebbe sorgere a Tor di Valle. L’interesse di Friedkin si è posato infatti anche sulla futura casa della Roma, essendo un imprenditore molto attento al settore dell’entertainment.
Le intenzioni del texano, che nel progetto Roma (definito un vanity asset) coinvolgerà con un ruolo di primo piano il figlio Ryan, sono giudicate serie e importanti: il 504° uomo più ricco al mondo non vuole investire nella Roma per avere un puro ritorno economico ed è infatti intenzionato a immettere nel club un’ampia liquidità.
Questo non significa che potrà ignorare i limiti del Fair Play Finanziario, ma il futuro patron ha la possibilità di impostare da zero una strategia e la Uefa, da regolamento, concede aperture ai club che cambiano proprietà, con la possibilità di sottoscrivere accordi volontari. Una volta acquistata la società, il tycoon di Houston, presidente e ad del Gruppo Friedkin, è intenzionato ad affidare la gestione ordinaria del club all’attuale dirigenza guidata da Fienga e Calvo per un periodo iniziale, poi deciderà chi saranno i suoi uomini.
A prescindere, sembra invece in uscita il vicepresidente Baldissoni, pronto a farsi da parte una volta che sarà completato l’iter di approvazione dello stadio. Ma prima di tutto devono essere Pallotta e Friedkin a chiudere il deal.
FONTE: Il Tempo – F. Biafora