E nella prossima riunione in Campidoglio fra la Roma, Parnasi e i vertici del Comune il posto d’onore spetterà a Daniele Frongia, vicesindaco e di fede giallorossa. A Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica e protagonista nelle ultime settimane di reiterate quanto estemporanee esternazioni, spetterà al massimo un ruolo da comprimario. A dimostrazione che, oltre che i tifosi, anche dentro il governo cittadino, nonostante il sindaco Raggi gli abbia formalmente dato carta bianca e Berdini abbia esautorato i suoi colleghi assessori coinvolti (Meloni, Commercio; Muraro, Ambiente; e Meleo, Mobilità), non tutti hanno apprezzato il profluvio di esternazioni dell’Assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici contro il progetto dello Stadio della Roma di Tor di Valle. Dichiarazioni che hanno evidenziato un crescendo di imprecisioni sempre più marcate. Berdini, evidentemente molto colpito dalle accuse degli urbanisti suoi amici e colleghi che lo hanno accusato di non aver bloccato il progetto come aveva promesso, ha iniziato una sorta di sistematica operazione di demolizione mediatica del sogno giallorosso.
Alla «Festa della Costituzione» parte il primo affondo: Berdini si spinge a identificare lo stadio con «un intreccio tra il malaffare e il governo del territorio». E, fu proprio in quell’occasione che Berdini tirò fuori il suo più recente cavallo di battaglia: la lotta all’idrovora. Si tratta di una pompa idraulica necessaria per convogliare le acque piovane ed evitare che le aree si allaghino per le piogge (come accade in quasi tutta la città). A Berdini questa idrovora non va proprio giù. Spiegava: «Ci hanno messo nel conto 3 milioni di euro per costruire un impianto di pompaggio gigantesco dopo di che noi lo dobbiamo gestire e glielo paghiamo 3 milioni». Non più tardi di lunedì scorso, già sono triplicati: «Visto che l’area è un disastro dal punto di vista idraulico devo installare delle pompe e ve le metto in conto. Quindi 9 milioni e 360 mila euro. Dopodiché le paghiamo noi? Scegli un’area sbagliata, che è sottoposta a esondazione, allora metto una pompa e ve la do in gestione?», diceva Berdini a un convegno alla Facoltà valdese di Teologia.
Poi è la volta del rischio idrogeologico: il 12 giugno, a Radio Radicale, Berdini affermava: «In Olanda si fanno delle opere imponenti a mare, quindi figuriamoci se non riusciamo a superare il problema». Dai valdesi, invece, siamo arrivati all’area di Tor di Valle «sottoposta a esondazione». Altro giro, altre imprecisioni: sempre alla facoltà di Teologia, il nostro prova a buttarla in caciara anche sulla conferenza di Servizi: «La Regione autonomamente, perché sono stati loro, ha imposto i 180 giorni, di cui 90 destinati alla conferma o meno dell’interesse pubblico». Ma l’iter in Regione è partito solo perché il Comune ha inviato il progetto definitivo e le tempistiche (180 giorni totali e 90 diconferenza di servizi) le stabiliscono le leggi dello Stato.