L’unica certezza a proposito del cambio di proprietà nella Roma è che l’arrivo di Friedkin porterà senz’altro novità positive. Attraverso un piano industriale di rafforzamento che sfrutti i 150 milioni di aumento di capitale ma anche grazie all’immissione di liquidità che verrà più facilmente tollerato dal Uefa per il cambio di proprietà.
Nelle intenzioni di Friedkin il closing dovrebbe arrivare prima della fine di gennaio, così da poter regalare un colpo di mercato ai tifosi. A Trigoria si pensa ad un centrale difensivo di livello internazionale da affiancare a Smalling e Mancini.
Come promesso dallo stesso Friedkin la struttura dirigenziale rimarrà la stessa almeno per altri 2 anni, per garantire continuità. Al massimo l’organigramma potrebbe essere infoltito: due uomini del nuovo presidente oltre a Ryan Friedkin, suo figlio, che studierà da manager affiancando Guido Fienga.
Intanto si lavora alla stesura dei contratti per la cessione del club: tra i vari dettagli da stabilire c’è anche quello delle tempistiche e delle cifre con cui il nuovo proprietario del club acquisterebbe le quote minoritarie che in un primo momento rimarrebbero in mano a James Pallotta. Sposta, ovviamente, la questione stadio, di cui per il momento continuerà ad occuparsi Mauro Baldissoni, disponibile a rimanere in società anche dopo il passaggio nelle mani dell’imprenditore texano. Nessuna possibilità di un ritorno, invece per Totti e De Rossi.
FONTE: La Repubblica