Ci è voluto l’intervento della Federcalcio per sbloccare una situazione di stallo assoluto: quella avrebbe portato alla paralisi della Serie A. Il Consiglio e l’Assemblea di Lega avevano due compiti: approvare un nuovo calendario con il recupero delle partite rinviate lo scorso turno e deliberare lo svolgimento delle gare a porte chiuse.
Ciononostante al Coni è andato in scena un vero e proprio mercato delle vacche, con toni alzati, pugni sul tavolo e minacce di cause milionarie. Lotito spingeva per giocare a porte aperte, con un certo pressing effettuato sulla ministra Lamorgese affinchè decidesse di affidare la decisione sulla chiusura ai prefetti delle varie città. Percassi, dal canto suo, insisteva per giocare la partita contro la Lazio il 13 e non il 15 maggio.
Dal Pino ha persino minacciato più volte di dimettersi all’istante dall’incarico di Presidente di Lega. Il provvedimento di chiusura degli stadi ai tifosi è arrivato solo con il decreto firmato dal Premier.
FONTE: La Repubblica