Sarà un campionato in forma del tutto inedita quello che si concluderà in estate: partite ogni tre giorni in serale, stadi vuoti, decisioni lampo del Giudice sportivo: tutto affinchè il pallone possa tornare a rotolare. Quattro i punti che hanno convinto a ripartire con gli allenamenti – il 24 o il 27 aprile – nel protocollo che Gravina ha consegnato ai tecnici: 1) La data (deciderà il governo); 2) I luoghi; 3) Il gruppo squadra; 4) La sanificazione.
In più i calciatori dovranno sottoporsi a 2 tamponi nel giro di 24 ore, e ai test sierologici che andranno ripetuti alla fine della settimana di ritiro blindato. In più c’è il latente rischio delle miocarditi. Nell’ultima parte del protocollo è menzionata una serie di comportamenti da tenere nei centri sportivi, così come l’App Immuni, per tracciare eventuali contagi nel rispetto della privacy di tutti.
In divenire è invece la definizione della fase in cui si tornerà a giocare: è stata proposta l’ipotesi di utilizzare solo stadi del Centro-Sud – chiaramente a porte chiuse – ma la FIGC oppone che seguendo il protocollo di sicurezza si tornerà a correre zero rischi in tutta Italia.
Si punta poi alla deroga delle 5 sostituzioni per ovviare al problema delle tante gare concentrate in così poco tempo e a quello del caldo, motivo per cui sarà contemplata la possibilità di un cooling break. Recuperi dilatati, dunque, che porteranno i match a concludersi praticamente sempre dopo il minuto 100, considerato anche l’utilizzo del VAR.
Ma c’è un’ulteriore possibilità: per non infrangere le regole del distanziamento sociale l’uso della tecnologia nel calcio potrebbe essere sospesa: un ritorno al passato per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.
FONTE: Il Messaggero