A questo punto, è guerra su tutto il fronte. Il Calcio da l’ultimatum al Governo, il Ministro dello Sport replica in maniera vigorosa. Durante il Consiglio informale di Lega, è emersa delusione per il dpcm in cui non sono state previste le date di ripartenza del calcio. Al Governo sarebbero state chieste due date (il condizionale è d’obbligo) quella per la ripartenza degli allenamenti e quella per il campionato, sarebbe stato disatteso un accordo politico tra le parti raggiunto nei giorni scorsi.
La replica del Ministero dello Sport non si è fatta attendere. «La data della ripartenza del campionato è stata espressamente esclusa dalla discussione intercorsa nella riunione con FIGC, Leghe e tutte le componenti del mondo calcistico tenuta la settimana scorsa – si legge nella nota – su questo il Ministro si aspetta il chiarimento del presidente della Figc Gravina. Nessun accordo sul riavvio della Serie A è stato raggiunto nei giorni scorsi. Il protocollo presentato e oggetto di approfondimento in questi giorni infatti riguarda esclusivamente la ripresa degli allenamenti».
La Lega Serie A considera il 14 giugno l’ultima data utile per far ripartire il campionato e i club vogliono 4 settimane per rimettere in condizione i calciatori. Era stata una giornata ammantata di cauto ottimismo, con il presidente della Figc Gravina disposto a firmare «l’armistizio»; spiazzato dal giudizio negativo del Comitato Tecnico Scientifico del Governo sul protocollo presentato, il numero uno è della Federcalcio si era messo a disposizione per risolvere in breve tempole criticità emerse dal documento stilato dallCommissione medica federale.
Prima che si scatenasse il botta e risposta tra la Lega Calcio e il Ministero dello Sport. La Figc ieri aveva chiesto e ottenuto un confronto con il Comitato Tecnico Scientifico del Governo, era stata convocata una nuova riunione con il Comitato Tecnico Scientifico del Governo, il Comitato medico scientifico della Federcalcio e la Federazione dei medici sportivi, accreditati sia al Ministero della Salute che al Coni per trovare un punto d’incontro. Sembrava la quadratura del cerchio. Sembrava. Ma a questo punto tutto torna in ballo, il rischio che la stagione possa chiudersi qui è più che concreto.
«La Figc ha presentato un protocollo per poter fare gli allenamenti in sicurezza – ha specificato il Ministro – il Comitato Tecnico Sanitario dopo aver visionato il documento, ha ritenuto necessario fare degli approfondimenti e presto incontrerà a breve tutte le componenti: se si riuscirà a perfezionare questo protocollo, gli allenamenti riprenderanno il 18 maggio. Che non vuol dire che il campionato riprenderà a metà giugno. E un tempo lunghissimo, non siamo in grado di conoscere l’evoluzione. Non vogliamo fare terrorismo psicologico. Se riprendono gli allenamenti in sicurezza, ci predisponiamo affinché il campionato possa riprendere più avanti. Ma lo sapremo soltanto con il passare del tempo. Per me, sarebbe molto più facile dire: chiudiamo il campionato. Ed è quello che la maggior parte della comunità scientifica auspicherebbe. Ho piena consapevolezza che portare avanti il mondo del calcio sia una cosa importantissima, ma lo dobbiamo fare in piena sicurezza».
Questo lo Spadafora-pensiero all’ora di cena. Ma ora? Difficile provare ad interpretare il pensiero del Ministro che ieri- nella riunione per la valutazione del protocollo presentato dal Coni – aveva cercato di proteggere anche il campionato di calcio dalla contrarietà espressa dal Comitato ‘Tecnico Scientifico del Governo. Intanto Tare continua il suo pressing.
«Il 4 maggio doveva essere il punto di ripartenza per tutti quanti – ha dichiarato il diesse biancoceleste Igli Tare a Lazio Style Radio – il Ministero dello Sport h apreso decisioni drastiche affinché non si riprenda, c’è qualcosa che non quadra. Non mi riesco a spiegare perché squadre come Juventus ed Inter non prendano posizione».
FONTE: Il Tempo – S. Pieretti