Il derby di Roma è sempre unico, per definizione, ma questo purtroppo lo sarà ancora di più. Non ci saranno i suoni, i canti, gli striscioni, i botta e risposta da una curva all’altra. Gli eccessi, insomma. Stavolta è unico per il suo contrario: il vuoto, il silenzio.
Unico perché non si parlerà di ordine pubblico, anche se – come successo a Milano – magari qualcuno si farà trovare allo stadio, a tifare da fuori. Unico anche per il giorno in cui si giocherà, di venerdì.
Derby unici per disordini interni ed esterni, quelli sì ce ne sono stati, unici per fortuna e speriamo restino tali: quello della morte di Vincenzo Paparelli e quello sospeso per la presunta uccisione di un bambino nel marzo del 2004, recuperato il 21 aprile, un mese dopo.
Venerdì ci saranno di fronte due squadre con due situazioni simili, l’obiettivo della Champions, con la Roma più avanti e la Lazio a inseguire. Ma nessuna è nettamente superiore a un’altra. E questo è l’aspetto di normalità che ci godiamo un po’.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni / E. Bernardini