Il tempo passa, ma il tecnico non vuol dire se il domani romanista sarà con o senza di lui: “Non è come nel 2010 con l’Inter: allora avevo già l’accordo col Real, adesso non ho firmato con nessuno, non ho nessun contatto. Non dirò cosa farò dopo la partita con il Siviglia”. Il futuro inizierà al fischio finale, quando si deciderà chi è l’infallibile di coppa: se il Siviglia, che non ha mai perso l’Europa League o se Mourinho che non ha mai perso le finali europee.
Cresce la paura per una partita che potrebbe attirare ultrà da tutta Europa, attratti dai grandi palcoscenici per creare disordini: i polacchi che hanno conti aperti con gli spagnoli, i serbi che hanno rubato e bruciato lo striscione dei Fedayn romanisti, gli hooligans inglesi che non hanno bisogno di rivalità storiche, calcistiche o politiche per scatenare incidenti.
Allo stadio non ci sarà il tutto esaurito, una parte di posti è ancora disponibile, anche perché i viaggi dalla Spagna erano proibitivi e, nonostante i voucher da 200 euro che la società aveva promesso a chi voleva partire per Budapest, molti tifosi del Siviglia hanno rinunciato. I romanisti, invece, saranno oltre i 15 mila annunciati: molti hanno comprato i biglietti sui mercati secondari.
Mourinho ha scelto per la sua squadra un hotel al centro del castello di Buda, con vista sul Danubio, accanto alla coppa gigante piazzata a uso e consumo dei turisti e dei tifosi con sciarpa ricordo acquistata all’official shop dietro l’angolo.
La coppa è ad appena cento metri, ed è una distanza piccola, ma può essere enorme, con l’addio di Mourinho. Forse stasera alla Puskas Arena si chiuderà una storia indimenticabile per i romanisti, forse il presente non prevede un futuro. Il tempo passa, non importa se lascia qualche capello bianco.
FONTE: La Repubblica – S. Scotti