Il Napoli non imita il Bodo/Glimt. Niente tiro al bersaglio all’Olimpico e soprattutto nessun gol a Rui Patricio. Mourinho ha avuto ragione: con i soliti interpreti, e non con le inadeguate riserve, la sua squadra sa essere comunque competitiva. E, al terzo tentativo in questa stagione dopo le cadute contro la Lazio e la Juventus, è riuscito quindi a saltare l’ostacolo dello scontro diretto, difendendo l’imbattibilità casalinga in serie A (43 partite) e il 4° posto in classifica.
Lo 0-0 è giusto proprio come punteggio. Non festeggia nessuno. Diventa, però, utile sia chi per sta in testa, sia per chi insegue in zona Champions. Il gap attuale è evidente. Questione di rosa. Basta pesare i protagonisti della sfida dell’Olimpico. La qualità del Napoli, e non solo nella formazione di partenza, e la Primavera della Roma, almeno a guardare la panchina.
Fino all’intervallo l’unica chance vera è di Abraham, piattone esageratamente largo davanti a Ospina, dopo la splendida imbucata di Cristante, il romanista più ispirato e al tempo stesso più lucido del pomeriggio. Nella ripresa comanda il Napoli all’Olimpico, anche se la superiorità nel possesso palla è minima.
La Roma sceglie l’attesa, non può certo sbilanciarsi, aprendo spazi al tridente partenopeo. Mourinho non azzarda mosse a sorpresa: ecco El Shaarawy e Shomurodov. Luciano, da romanista undici successi di fila, alza un braccio alla mezz’ora della ripresa: il pubblico, quasi 50 mila persone a spingere la Roma, lo sta insultando. E al gesto del tecnico replica con il coro più velenoso: Totti-gol (che l’ex capitano rilancia su Instagram).
FONTE: Il Messaggero