Fa effetto, a ripensarci adesso. Già, perché l’estate scorsa, appena qualche mese fa, su una cosa il mondo del calcio sembrava trovarsi d’accordo: le due squadre romane, con Mourinho e Sarri, avrebbero fatto un formidabile passo avanti. In termini di autostima, stabilità, in una parola nelle proprie certezze. Dieci mesi dopo, ed è singolare, Roma e Lazio viaggiano entrambe nella loro instabilità. Così la Roma, al netto delle recriminazioni arbitrali, ha 39 punti in classifica. Poco, per chi si era imposto un obiettivo: essere competitivo per un posto in Champions.
Un obiettivo al momento lontano a dispetto – appunto – dei due “acquisti”, Mourinho e Sarri. Tra contestazioni e polemiche arbitrali, si comincia sempre di più – forse affrettatamente – a parlare di “anno di transizione”. Rimandando tutto a una stagione, la prossima. Tutto questo si deve tradurre in acquisti mirati, di qualità, per sostenere il calcio autorevole di Mou e quello avveniristico di Sarri. Due tecnici costretti finora a una staffetta di umori e di speranze: una volta lampi di Mourinho, un’altra volta di Sarri. È anche per questo che le due romane vanno incontro alla Coppa Italia in un clima di estrema curiosità più ancora che di fiducia o sfiducia.
FONTE: La Gazzetta dello Sport