Un gol e due assist. Normale, per un bravo attaccante. Oppure per un trequartista di qualità. Un po’ meno normale, invece, per chi di professione fa (e bene) il difensore centrale. Chris Smalling, però, non è un calciatore normale, e i numeri della sua carriera lo stanno a confermare. L’inglese è uno capace di tutto, in questo momento. Capace, cioè, di blindare la propria difesa con classe e autorità e di dare il la alla vittoria della Roma. Con un colpo di testa sporco ma efficace.
Mica roba da poco: Roma in vantaggio in una gara complicata. Aiuto massimo alla causa, insomma, prima dell’assist sempre di testa per Mancini, il suo gemello, e poi anche per Dzeko, ancora sfruttando il gioco aereo. Tutto si può dire, tranne che Smalling non abbia messo la testa a posto. Battute a parte, non è (solo) per questo che la Roma sta cercando, da tempo, di porre le basi per comprare l’inglese, attualmente in prestito dal Manchester United.
Ci sono stati già parecchi contatti tra le parti e nelle prossime ore ce ne dovrebbero essere altri direttamente nella Capitale: lo United chiede parecchi soldi (si parla di 18 milioni) per un giocatore non più giovanissimo (Smalling ha appena compiuto 30 anni), ma la Roma non vuole perdere altro tempo e vuole portarsi in fretta a casa Chris a titolo definitivo.
I GEMELLI DEL GOL/NON GOL – In attesa di novità, vanno registrate le tante cose belle che Smalling sta regalando ai tifosi romanisti. Accolto a Roma con un filo di scetticismo, che da queste parti non si nega a nessuno (è finito, è rotto, è scarso, etc etc), Chris ha impiegato poco tempo per zittire i criticoni in servizio permanente effettivo. Forte in difesa, micidiale quando va in area avversaria.
La partita contro il Brescia, sotto questo aspetto, rasenta l’eccellenza. Anche da un punto di vista tattico, con il tandem Smalling–Mancini – tornato in difesa dopo la parentesi a centrocampo – a seguire per filo e per segno gli ordini di Paulo Fonseca. Cioè giocando spesso uno contro uno in campo aperto, senza mai dare l’impressione di soffrire una marcatura così teoricamente complicata. Sarà perché i due hanno scoperto di completarsi, e non solo dalle parti di Pau Lopez: l’azione del secondo gol romanista lo sta a testimoniare.
Non può essere un caso, del resto, che la Roma oggi difenda meglio rispetto al pre Smalling: l’inglese ci ha messo tanto del suo, Mancini gli ha dato una bella mano e la Roma può godersi i suoi gemelli del gol/non gol. Basta poco per sorridere, o no?
FONTE: Il Messaggero – M. Ferretti