Reduce dal tonfo casalingo contro la Spal, talmente irresistibile da essere strapazzata ieri a domicilio dal modestissimo Frosinone, la Roma, cioè la squadra che si è fatta rimontare due reti all’Olimpico dal Chievo ancora a meno 1 in classifica, entra in campo al San Paolo con sette punti di ritardo dal Napoli di Carletto Ancelotti. E largamente fuori dalla zona Champions e pure da quella Europa League. Viste le premesse, ti aspetti che il gruppo di EDF dia tutto quello che ha dentro di sè per non alzare la bandiera bianca delle ambizioni con larghissimo anticipo. Non per puntare al vertice, ma – come detto dallo stesso Di Francesco – per arrivare in zona Champions, solito obiettivo stagionale.
Un quarto d’ora di gioco e Roma avanti grazie al gol di El Shaarawy: questo vuol dire che la squadra ci sta con la testa? Domanda lecita, visto che il gruppo fatica, troppo spesso e troppo volentieri, a stare e a restare concentrato sul pezzo. Il vantaggio è un’opportunità preziosa da sfruttare, contro un Napoli che gioca a calcio e crea tante occasioni. Ma la Roma, si sa, è squadra strana, capace di tutto, sia nel bene che nel male, e così pur faticando a contenere riesce a costruire le premesse per raddoppiare. Tentativo non andato a bersaglio, però, nonostante la giocata doppia di Dzeko, vanificata alfine da Albiol. Troppi, comunque, i rischi dietro per amministrare il vantaggio: meglio giocarsela senza fare troppi calcoli e, soprattutto, senza mai mollare l’attenzione, specie dopo l’uscita dal campo di capitan De Rossi.
INEVITABILMENTE – Giocarsela? Macchè. Una sorta di monologo azzurro, nella ripresa. La Roma non sceglie di aspettare il Napoli, ma è costretta a subirlo. Facendo un po’ la figura del pugile in balìa dell’avversario. Quello incapace di opporre una valida, robusta resistenza. Inevitabile, quasi logico – in certi casi – farsi fare gol all’ultimo minuto. E non vincere così la partita, rimpiangendo l’occasione persa, quando ormai il traguardo era vicino. Ma, come detto in precedenza, per fare bene occorre stare sul pezzo fino all’ultimo secondo di gioco, e la Roma di EDF questa virtù non la possiede.
La serata si chiude così con la Roma ancora a sette punti dal Napoli, ancora fuori dalla zona Champions (e non solo) e ancora alla ricerca di se stessa. E quasi già doppiata dalla Juventus. E la cosa, ne converrete, fa un po’ tristezza.
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