Il responsabile del settore giovanile della Roma, ha rilasciato una lunga intervista dove ha sottolineato il progetto:
Come si migliora un settore giovanile che ha numeri straordinari? “Un settore giovane ha diversi indicatori per essere valutato. Normalmente si usano pero le performance della squadre ma il vero grande indicatore sono giocatori che con regolarità si affacciano alla prima squadra. Il settore giovanile della Roma per tradizione è una grandissima realtà La proprietà vuole portarlo nel giro di qualche anno ad entrare nell’elite de settori giovanili a livello internazionale”.
Un’analisi del punto di partenza? “I competitor della Roma oggi in Italia sono Juve, Inter e Atalanta ma c’è un divario rispetto a tredici società importanti nelle quali ricomprendo – oltre a quelle già citate – anche Red Bull, Benfica, Liverpool. La Roma ha una grande tradizione, perché ha il bacino più importante d’Italia e ha una grande: ‘cultura di settore giovanile. Poi c’è l’identità, molti tifano per la squadra in cui giocano e portano i figli. Infine la proprietà: la stella polare La può dare solo la proprietà”.
Abbiamo introdotto il concetto della romanità, tanto caro a questa proprietà da più punti di vista… “Noi vogliamo e dobbiamo andare a potenziare il territorio. Bisogna investire in termini professionali ed economici stringendo rapporti con tutte le società che operano sul territorio. Ho un quadro completo, stringeremo rapporti più forti, non dall’alto in basso ma in orizzontale, e loro devono saperlo. Noi rispetteremo il loro lavoro perché sarà la nostra forza. E stiamo lavorando ad individuare gli strumenti migliori”.
Come lavorate sui vari ambiti fuori dal calcio? “È stata creata un’area educativa di 12 persone, con psicologi e professionalità mirate. Abbiamo istituito premi per profitto, disciplina, capacità manuali. È il messaggio che vale: non devi solo vincere e fare capocannoniere. Quando tu investi in attività invisibili, che non fanno gol la domenica, è dura entusiasmare la persone. Ma io ho un gm che parla la mia stessa lingua e una proprietà vicino. Anche la comunicazione è fondamentale per la formazione: come parlare, come utilizzare i social, facciamo anche questo attraverso l’are media che ci supporta. Insomma la base è questa: l’aspetto fisico e tattico fanno la differenza se crei la base dove farli attecchire”.
Il rapporto tra Pinto, Mourinho e tutto questo abbiamo capito essere molto forte, è vero? “Il mister è venuto a vedere le partite della Primavera più di quanto io abbia visto agli allenatori nella mia carriera. Partita dopo partita, seduto sempre in tribuna. Voi dovete immaginare il settore giovanile come una piramide alla cui sommità c’è cancello per la Serie A. Tiago e Mou quel cancello lo hanno aperto. E il messaggio che Mourinho manda è che non si apre solo per chi si allena con lui, ma per tutti”.
I Friedkin la stimolano ci ha detto, in che modo? Investendo? “Assolutamente si, se loro vedono la bontà di un’idea la sostengono anche con le risorse. Un esempio? Alle spalle del campo Di Bartolomei e accanto al liceo è stata costruita un’area idonea per le attività individuali. Proposta da me, sposata da Tiago con l’input della proprietà ed eccola pronta”.
La Primavera vola, Alberto De Rossi è in scadenza. Che farete? “Siamo a metà stagione, il lavoro della Primavera è sotto gli occhi di tutti. Non devo descrivere io Alberto De Rossi, al di là del ruolo che in futuro potrà ricoprire per la sua professionalità è un valore, e lui continuerà a lavorare con la Roma. Non ne abbiam parlato, ma la mia è una risposta forte e chiara: l’esperienza e la competenza di Alberto serviranno alla Roma per proiettarsi in alto”.
Ci si può salutare fissando un obiettivo? “Il Settore giovanile non è una fotografia, è un movie. Il vivaio è fluido e devi intercettarne gli sviluppi, noi lo stiamo facendo mettendo al nostro servizio la tecnologia. La Roma può farlo anche perché la proprietà crede in questo. Tanto. Tra tre anni saremo qualcosa di importante”.
FONTE: Il Corriere dello Sport – F. M. Splendore