L’appuntamento è alle ore 13,30 all’aeroporto Leonardo da Vinci: sbarca Vermaelen. La Roma, dopo aver raggiunto l’accordo economico con il calciatore (contratto triennale a 3 milioni più bonus a stagione), ha trovato anche quello con la società catalana. Il difensore mancino tanto atteso e voluto da Spalletti arriverà con la formula del prestito con obbligo di riscatto. Il costo dell’operazione non è ancora definito ma non dovrebbe andare molto lontano dai 2 milioni per il prestito e 10 per il riscatto (con la volontà da parte di Sabatini d’includere nell’obbligo un numero minimo di presenze). L’ultima spinta a quella che era già da qualche giorno una trattativa in dirittura d’arrivo è arrivata dalla consapevolezza da parte del belga che la sua esperienza al Barcellona era ormai giunta al termine.
Nella settimana trascorsa con Luis Enrique dal rientro dalle vacanze, Vermaelen ha avuto modo di capire e convincersi una volta per tutte come il nuovo arrivato Marlon (ex compagno di squadra di Gerson al Fluminense) fosse entrato nelle grazie di Lucho. Titolare contro il Celtic e il Leicester, il brasiliano è stato riproposto anche contro Liverpool. Un segnale indiretto al belga. Della serie: se resti, sai a cosa vai incontro a livello di concorrenza interna. E Vermaelen, capitano all’Arsenal e acquistato proprio dai blaugrana un paio di stagioni fa per 20 milioni, ha capito che era il momento di salutare. A Trigoria hanno accelerato nel momento giusto e chiuderanno l’operazione entro domani, in modo da inserire il difensore nella lista Uefa per il preliminare di Champions. In questo modo la Roma si garantisce entro Ferragosto la possibilità di integrare la rosa con un altro elemento in extremis.
USATO SICURO – L’arrivo di Vermaelen (che comporterà l’addio di Gyomber, richiesto dal Pescara e dall’Atalanta) fa compiere alla retroguardia giallorossa un indiscusso salto in avanti a livello qualitativo. L’ex Arsenal è il prototipo del difensore che Spalletti stava cercando: mancino, abile con il pallone tra i piedi, capace di far iniziare l’azione da dietro, senza contare lo spessore caratteriale e d’esperienza che si porta dietro. Il profilo perfetto per una difesa a quattro e/o a tre con un neo però non trascurabile. Negli ultimi tre anni gli infortuni non hanno dato tregua al belga che ha disputato nelle squadre di club appena 42 partite anche se ora è reduce da un campionato europeo giocato a buoni livelli (nell’unica gara saltata per squalifica il Belgio ha preso tre gol ed è stato eliminato dal Galles).
Con Vermaelen viene confermata una tendenza: dall’arrivo di Spalletti il mercato ha cambiato rotta, regalando soltanto giocatori esperti e conosciuti. A gennaio sono arrivati Perotti, El Shaarawy e Zukanovic (sul quale Lucio aveva espresso delle perplessità, confermate dalla partenza del bosniaco dopo appena 6 mesi a Trigoria, destinazione Atalanta). Ora Fazio, Juan Jesus (4 stagioni all’Inter), Mario Rui (2campionati titolare in serie A con l’Empoli), senza dimenticare la volontà di riscattare a tutti i costi Szczesny (nonostante il buon avvio di Alisson) e per ultimo Vermaelen. Per questo motivo anche il completamento della rosa bisognerà inquadrarla in quest’ottica: all’appello mancano un terzino destro (Zabaleta rimane il sogno se il Manchester City acquista Bellerin, Manquillo il più semplice da prendere) e un centrocampista di qualità. Se l’eliminazione dell’Anderlecht lascerebbe spazio per provare l’assalto a Tielemans, pallino da tempo del ds, la priorità (se la Roma riuscirà ad eliminare il Porto) rimane Borja Valero, 31enne pronto e collaudato. Che a Lucio ricorda tanto Pizarro.