Quattordici punti erano, quattordici punti sono rimasti. Niente da fare. La Corte sportiva d’appello ha respinto il ricorso presentato dalla Roma contro la sentenza di primo grado che aveva sancito la sconfitta a tavolino nella prima di campionato a Verona, causa mancato inserimento del nome di Amadou Diawara nella lista degli over ventidue, sconfitta che cancella il pareggio senza reti con cui si era conclusa la sfida del Bentegodi.
L’ufficialità è arrivata ieri, a metà pomeriggio, ventiquattro ore dopo la discussione che per quasi un’ora e mezza era andata in scena, in videoconferenza, nel primo pomeriggio di lunedì scorso. Un ritardo che in qualche misura aveva alimentato la speranza che la Corte potesse dare ragione alle motivazioni, più che legittime, presentate dall’avvocato Antonio Conte che aveva puntato sulla differenza tra errore, quello commesso indubitabilmente dalla Roma e ammesso anche in sede di dibattimento come peraltro fatto notare anche nelle motivazioni della sentenza di ieri, e dolo. Tutto inutile perché le richieste del club giallorosso sono state rispedite al mittente con motivazioni che lasciano poco spazio alla fantasia.
Sanzione da regolamento La Roma ha sbagliato e, secondo la norma, la sanzione comminata al club giallorosso deve essere quella sancita dal regolamento, cioè sconfitta per tre a zero a tavolino. Ma proprio su questo aveva puntato l’avvocato Conte, cioè non c’era stato nessun dolo, si era trattato soltanto un errore che, logica vuole, non può essere equiparato al dolo. Da parte della Corte ci sarebbe stato bisogno di un pizzico di coraggio per ribaltare la sentenza di primo grado. Ovvero prendere coscienza che la norma così come è non si può definire equa e, quindi, attraverso una sentenza che avrebbe fatto giurisprudenza, dare il via a un processo di revisione della norma stessa. Cosa, peraltro, che a Trigoria sono convinti che prima o dopo accadrà.
Del resto che il dubbio fosse stato instillato nei giudici, in qualche modo è stato confermato anche dall’ufficialità del ritardo della sentenza (di solito viene ufficializzata poche ore dopo l’udienza). E pure dal fatto che, da quello che ci risulta, la decisione della Corte è stata presa a maggioranza e non all’unanimità. Ovviamente l’eventuale cambio della norma se ci sarà, accadrà fuori tempo massimo per la società giallorossa che ha dovuto incassare la conferma della sentenza di primo grado che la costringe a rinunciare al punto conquistato sul campo del Verona, oltretutto senza aver avuto nessun vantaggio dall’errore commesso. Quel punto in più per la Roma avrebbe voluto dire salire al secondo posto in classifica a due dalla capolista Milan, agganciando il Sassuolo. E, consentiteci il pensiero maligno, l’attuale posizione in classifica della squadra di Fonseca potrebbe anche aver avuto un piccolo peso nella sentenza resa nota ieri.
È finita qui? (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri