La Roma che ha ricominciato a vincere non può davvero fermarsi adesso. C’è tutto un ciclo di partite ravvicinate più o meno complicate che decideranno il destino della stagione e forse anche di Juric, l’allenatore capitato sicuramente nel momento sbagliato in attesa di capire se il posto per la sua carriera fosse quello giusto. A noi, però, interessa semmai la “carriera” della Roma e quello che si potrà ottenere in questa stagione partita malissimo e non ancora raddrizzata.
In questo senso la partita di questa sera (stadio Franchi dimezzato, settore ospiti ridotto al minimo, calcio d’inizio ore 20.45, telecronaca esclusiva su Dazn, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista) può rappresentare la svolta nel segno della continuità o il clamoroso e sportivamente drammatico nuovo tonfo nella mediocrità.
Non c’è un attimo di tregua per la Roma dei tempi moderni. L’isteria che accompagna ogni partita stavolta non si può in alcun modo addebitare all’ambiente irrequieto, ma solo alle scellerate decisioni prese dai proprietari del club. Nella desertificazione di competenze e sentimenti voluta dai Friedkin l’unico appiglio può derivare dai risultati, ammesso che Juric trovi una formula per trasformare questo gruppo di giocatori poco avvezzi alle vittorie in un esercito di soldati affamati (bestie, cit.) che a suon di duelli vinti potrà trasformare il cammino fin qui così incerto in una marcia trionfale.
C’era riuscito solo in parte Mourinho, c’era riuscito solo in parte De Rossi, non c’è ancora riuscito affatto Ivan Juric. Di tempo ne ha meno di tutti: al portoghese è stato dato il benservito dopo due anni e mezzo, De Rossi è durato la barzelletta di un mese, Juric invece non ha avuto neanche il carico iniziale di fiducia che hanno avuto gli altri due. E chissà che il miracolo di una continuità tecnica non riesca proprio a lui. Per farlo dovrà aumentare in maniera significativa la percentuale delle vittorie. Da oggi.
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco