Tredici mesi fa era nella B spagnola con l’Elche. La sua è stata una corsa inarrestabile…
“E’ stato un anno davvero speciale si pandemia a parte non posso davvero lamentarmi difficile chiedere di meglio”.
Sperava di adattarsi tanto rapidamente? “Non è mai facile ma credevo in me quando ho preso la decisione di fare il salto da un club di seconda divisione a una squadra di élite come la Roma, mi sentivo preparato, pensavo di avere le qualità necessarie volevo dimostrarlo. Sorpreso però ho avuto anche la fortuna di arrivare in un club molto familiare dove tutti aiutano tutti”.
A lei è andata molto bene, alla Roma meno, alti e bassi e tante critiche per Fonseca… “Siamo in un mondo che vive di risultati, e spesso solo dell’ultimo risultato. C’è la tendenza a dimenticare il lavoro fatto. Capisco che per il tifoso sia duro vedere che nelle partite importanti per un motivo o per un altro la propria squadra non riesca ad imporsi e non arrivi vicina alla vittoria. Mi metto nella testa di chi ci segue e posso capire le critiche, ma chiedo che capiscano che diamo sempre il massimo. Possiamo sbagliarci e sicuramente ci sono tantissime cose da migliorare, però lavoriamo ogni giorno per vincere sempre”.
La Roma è l’unica squadra italiana rimasta in Europa… “Sì e ho l’impressione che la cosa venga poco considerata. Siamo nei quarti di Europa League e abbiamo una gran voglia di eliminare l’Ajax e proseguire un bel cammino che per le altre italiane è già finito”.
Guardava Iniesta, però spesso gioca come Busquets… “Vero. Ma anche Busquets mi piaceva tantissimo. E’ uno dei migliori della storia in quella posizione di regista basso. L’idea è fare un mix tra i due, a seconda delle esigenze della squadra”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport