A una decina di minuti dal fischio finale di Roma-Inter, quando Gonzalo Villar è uscito con una magia dal pressing di tre interisti, il rumore degli applausi ha riportato alla mente l’effetto che facevano gli stadi con i tifosi.
E pensare che alla Roma Villar ha rischiato di non arrivarci mai: il corteggiamento iniziò a novembre del 2019, quando osservatori romanisti rimasero ammirati dalle sue giocate in due partite dell’Under 21 spagnola, con la Macedonia e contro Israele.
Partirono i contatti con gli agenti, ma al momento di chiudere per portare a Roma questo ragazzo murciano, a gennaio del 2020, l’allora ds Gianluca Petrachi s’era dovuto scontrare con un’opzione che il Valencia, la squadra che nel 2015 l’aveva acquistato dall’Elche per 175 mila euro, si era tenuta al momento di cederlo alla squadra di provenienza: sarebbe bastato un milione di euro al Valencia per riscattarlo. Alla Roma ne è costati invece 5, bonus compresi. Prezzo ampiamente ripagato dal rendimento del regista spagnolo. “Si comporta come un leader”, dicevano di lui appena arrivato a Trigoria. (…)
“Il mio idolo è Iniesta”, ha confessato Villar, anche se agli spagnoli ricorda più Xavi per la capacità di far girare il pallone. Una padronanza tecnica imparata giocando a calcio a 5, ai tempi della scuola, dove si impose giocando meglio del fratello più grande. (…)
Ma Villar parla spesso anche con Dzeko, che nel 2008 aveva incontrato da raccattapalle allo stadio Nueva Condomina di Murcia per un incontro tra Spagna e Bosnia, e ha ritrovato 12 anni più tardi come compagno di squadra. Prossimo sogno: conoscere il tennista Rafa Nadal: “Il mio idolo è lui, è a lui che mi ispiro”. Magari non diventerà un numero uno mondiale come Rafa, ma la strada per il successo l’ha già imboccata.
FONTE: Repubbliìca.it – M. Pinci