È una vecchia storia: la Roma gioca male, si narra. Come puntualmente (ri)accaduto dopo il pari contro il Genoa. Ma cosa significa giocare male o bene? Si vince segnando un gol più dell’avversario. Stop. Non conta giocare meglio dell’avversario. Conta fare un gol in più. Si può giocare bene anche facendo una grande gara difensiva. Conta il fine, non il mezzo. Conta portare a casa i tre punti, non conta come li porti a casa.
È più appagante una brutta vittoria che un bella sconfitta. O no? E le partite si possono vincere anche segnando un gol all’ultimo secondo di gara, magari dopo aver rischiato di prenderne otto. È il punteggio che determina il risultato, non la prestazione. Solo che quando c’è di mezzo la Roma, anzi Mourinho, questa regola non vale.
Per vincere devi giocare bene. Vietato vincere una partita “sporca”. Disdicevole non massacrare l’avversario. Il “corto muso” per Mou non è contemplato. E dove sta scritto? La Roma ha vinto diverse partite giocando “male” e ne ha perse altrettante giocando “bene” Nessuna squadra del campionato le ha vinte tutte strappando applausi per il suo gioco. In pochi, però, hanno avuto voglia di confutare criticamente l’accaduto. Solo con la Roma, anzi con Mou, vale il “eh, ma devi giocare bene…”.
Pure se/quando non vinci perché non ti hanno dato un rigore solare oppure perché te ne hanno dato uno contro inesistente. Ci sono tecnici elogiati a pieni polmoni per il loro modo di giocare, eppure in classifica stanno pari al portoghese, subito davanti o appena dietro. E allora? Si sa: Mourinho logora chi non ce l’ha.
FONTE: La Repubblica – M. Ferretti