Probabilmente immagina che vogliamo parlarle del progetto del nuovo stadio. Ieri Giulio Pelonzi, capogruppo del Pd in Campidoglio, ha detto al Romanista che le commissioni ancora devono ricevere i documenti e che a quanto a loro risulta mancherebbe una risposta dei privati per la Convenzione.
A che punto siamo realmente? «Permettetemi una premessa: Roma a breve avrà un intero quadrante interamente riqualificato con investimenti importanti per il potenziamento della Roma-Lido, l’unificazione della via Ostiense con la via del Mare e un nuovo stadio moderno e all’avanguardia dal punto di vista architettonico e ambientale. E questo porterà investimenti e lavoro in un momento difficile per tutti a causa della crisi post-Covid. Detto questo, le rispondo nel merito. Siamo al rush finale. Il traguardo è vicino. Quanto al Pd, le dico che ha le idee confuse. La settimana scorsa ha affermato chiaramente che non vuole lo stadio perché – dicono loro – “non è una priorità”. Io credo, invece, sia un’opportunità per la città».
In questi giorni lei ha parlato più volte dando anche delle scadenze, differite rispetto a quelle che aveva dato a fine luglio, ma pur sempre definite. Davvero conta di far arrivare il progetto in aula entro Natale? «Sì. Lo confermo. È l’obiettivo a cui stiamo lavorando».
C’è chi dice che la sua maggioranza non sia proprio compatta su questo tema. Lei crede di avere i numeri per sostenere questo passaggio o confida semplicemente nella bontà del lavoro fatto? «Le polemiche sono spesso montate ad arte. I consiglieri hanno fatto un grande lavoro di revisione del progetto, rendendolo meno impattante e più vicino alle reali esigenze di Roma. Vanno ringraziati per quanto fatto. Da parte mia, ho fatto realizzare una due diligence, un ulteriore controllo di tutti gli atti che hanno portato al progetto stadio di Tor di Valle: da quanto emerge, i romani possono stare tranquilli perché tutto è regolare».
C’è chi dice che questa nuova accelerata sullo stadio sia strumentale alla campagna elettorale. Come vuole rispondere? «Gli stessi che ci muovono questa accusa ci avrebbero accusato di essere incapaci e incompetenti se non avessimo accelerato. Sono i detrattori di professione, pronti ad attaccarci per ogni cosa e per il suo contrario, sempre e solo per fini politici e senza pensare mai all’interesse dei cittadini. La verità è che stiamo lavorando al progetto e al raggiungimento dell’obiettivo fin dall’inizio del nostro mandato. Ma c’è chi bloccherebbe ogni giorno tutta la città, pur di attaccarci. Questa è la triste realtà».
C’è anche chi sostiene che Roma abbia mille problemi e che lo stadio dovrebbe essere solo l’ultima delle sue preoccupazioni. Qui cosa risponde? «Rispondo che il lavoro di un’Amministrazione deve procedere parallelamente su più livelli. Da una parte occuparsi dell’ordinaria amministrazione, del decoro, delle strade, dei nuovi autobus che abbiamo acquistato come nessuno aveva mai fatto prima. Dall’altra portare avanti una visione sul futuro della città, attrarre investimenti e creare posti di lavoro».
Tornando al progetto. Quello precedente, piacesse o meno, sembrava avere un’idea precisa di come trasformare un quadrante della città. Le modifiche apportate dalla sua amministrazione hanno più l’aria di un compromesso. Ci spiega quale è la sua visione dell’area e come crede si svilupperà negli anni dopo la costruzione dello stadio? «Chiamiamo le cose con il loro nome: il vecchio progetto era una colata di cemento. Avremmo avuto palazzoni vuoti e fatiscenti come ce ne sono già tanti nelle periferie e un piccolo stadio che rappresentava solo il 20% dell’intero progetto. Noi abbiamo evitato questo ennesimo scempio, dimezzando del 50% le cubature previste. Grazie a noi ci saranno investimenti per la città di circa 1 miliardo di euro. Il progetto porterà lavoro a migliaia di persone e la riqualificazione di un’area ad oggi assolutamente degradata: circa 500 mila cittadini beneficeranno di servizi e nuove infrastrutture. Roma potrà avere uno stadio moderno, innovativo ed eco-sostenibile. Abbiamo rivoluzionato la proposta positivamente. La conferenza dei servizi, che ha coinvolto tutte le istituzioni interessate, ha dato il via libera riconoscendo l’ottimo lavoro fatto da questa Amministrazione».
Il Comune come intende contribuire a questo sviluppo? «È già tutto nero su bianco: la Roma-Lido diventerà una metropolitana più moderna e veloce, con più treni e nuove stazioni. La via del Mare sarà unificata con l’Ostiense e, di fatto, raddoppiata. Verrà realizzato il Ponte dei Congressi. Tutte opere che verranno realizzate contemporaneamente all’apertura dello stadio».
A che punto siamo con il Ponte dei Congressi? Ora, anche alla luce delle ultime elezioni, il Governo sembra particolarmente forte, non è questo il momento di fare pressioni? «Il Ponte dei Congressi è un’opera che attendiamo da anni, gestita dal Provveditorato alle Opere Pubbliche. Ho inviato una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per chiedere di accelerare sui tempi e chiesto, a tal fine la nomina di un commissario».
Nel giugno del 2018 lei era pronta allo sprint finale per lo stadio. Poi l’inchiesta su Parnasi ha stravolto ogni calendario. Ha mai pensato quella mattina o nei giorni successivi che il progetto potesse naufragare? Ha mai avuto il sospetto che nell’iter potessero esserci delle irregolarità?
«Gli sviluppi sull’inchiesta Parnasi non hanno riguardato la procedura amministrativa per la realizzazione dello stadio a Tor di Valle, come hanno affermato gli stessi magistrati. In ogni caso, ho immediatamente chiesto di effettuare una nuova due diligence su tutti gli atti, in modo da garantire al massimo legalità e trasparenza. Mi sono conformata alle relative risultanze». (…9
FONTE: Il Romanista – A. De Angelis