Giocare contro se stesso, non per se stesso e/o per la propria squadra. Ecco, Nicolò Zaniolo sta riuscendo in un’impresa complicatissima: giocare contro tutto e tutti, ma finendo per giocare in primis contro se stesso. E, quindi, senza minimamente aiutare la Roma. Il motivo? Lo sa soltanto lui.
Se mai, c’è da chiedersi: come mai Zaniolo, è accaduto anche l’altra sera contro il Genoa, entra in campo così avvelenato? Perché in un amen litiga con avversari, arbitro e pure con il pallone? Perché non riesce a essere sereno, a divertirsi, a fare le cose più semplici? Perché si butta via tra una protesta inutile, un contrasto rude senza senso, lo stracciarsi la maglia all’intervallo e una bestemmia sparata in faccia all’arbitro in diretta tv?
Il suo linguacciuto e variegato entourage più che pensare al rinnovo del contratto oggi dovrebbe aiutarlo a superare questo momento così singolare e delicato. Sennò un nuovo contratto, a quelle cifre, non glielo farà né la Roma né qualsiasi altro club di livello. Mourinho continua a farlo giocare, a proteggerlo, a tutelarlo e a coccolarlo. E più di questo, onestamente, non potrebbe fare.
La recente cronaca giallorossa ci racconta di uno Zaniolo sempre titolare ma sistematicamente sostituito. Perché a tutto c’è un limite; perché a tutto deve esserci un limite. L’interesse di un singolo non può prevaricare quello del collettivo. Anche se il singolo in questione ha dimostrato qualità superiori alla media. Solo che, ultimamente, nessuno è più riuscito a vederle.
FONTE: Il Corriere della Sera – M. Ferretti
Ritardo Nervosa Affonda Roma Vina Espulso Mourinho Attende Piano Friedkin