Il flirt sta diventando una storia seria. Ora serve una prova d’amore. La liaison tra Nicolò Zaniolo e la Nazionale è al punto di svolta: stasera, a Palermo, il ct Mancini chiederà al ventenne che convocò prima ancora del debutto in A di dimostrare di essere cresciuto. Di aver raggiunto la solidità psicofisica per far parte del gruppo azzurro all’Europeo. «Dovremo andare in conclave e fare delle scelte, sarà dura lasciare qualcuno a casa», ammette il ct.
Che contro l’Armenia chiederà a Zaniolo un esame di maturità. Per non lasciar nulla di intentato è pronto a metterlo nelle condizioni ideali: attaccante esterno nel tridente, il ruolo con cui negli ultimi dodici mesi ha stupito a Roma e in cul lo utilizza l’allenatore giallorosso Paulo Fonseca. Mancini invece lo vede centrocampista, lo ha detto pubblicamente e lì lo ha provato anche ieri nella partitella a squadre miste che ha chiuso l’allenamento allo stadio Renzo Barbera. Eppure sta seriamente pensando di fare un passo indietro, per mettere in condizione Nicolò di esprimersi al meglio e soprattutto smussarne i limiti tattici: l’attitudine a difendere, a muoversi come una mezzala non è più la stessa. In cambio ha guadagnato una discreta propensione a trovare la porta: già 5 gol stagionali, non male per un centrocampista.
In Zaniolo, Mancini rivede se stesso, in qualche forma: dopo averlo lasciato fuori per punirlo del ritardo all’Europeo U21, gli parlò esprimendogli la sua fiducia e ha ripreso a convocarlo, al contrario del compagno di giochi Kean. Certo, il campo l’ha visto poco: Mancini aveva pensato di lanciarlo dall’inizio contro la Bosnia, poi ci ha ripensato per non sbilanciare troppo la squadra ma raccomandandogli di tenersi pronto: era intenzionato a sfruttare le sue doti offensive nel caso in cui le cose non avessero funzionato. È andata diversamente e Nicolò è rimasto in panchina, uscendo dispiaciuto dallo stadio Bilino Polje, col voltocoperto da uno scaldacollo.
Nessuna polemica però, solo la voglia di avere una possibilità. Quella che dovrebbe avere stasera. Mancini non l’ha detto apertamente, ma tra le maglie di un discorso generico si coglie un certo riferimento al ragazzo che ha stupito Roma: «Mi aspetto una grande prova da chi non ha giocato in Bosnia e deve ancora dimostrare di meritare di essere qui». Discorso che potrebbe valere per tanti azzurri, da Biraghi a Romagnoli a Chiesa. Su di loro però il ct si è sbilanciato, annunciandoli in campo: su Nicolò ha lasciato pendere il dubbio. La linea del ct è chiara: «Alcuni giovani hanno avuto una chance e l’hanno colta al volo. È quello che devono fare i ragazzi che sono qui». Zaniolo è pronto.
FONTE: La Repubblica – M. Pinci