Europa: dodici presenze, dieci da titolare, sei gol, uno ogni centoventiquattro minuti, tra cui quella tripletta da svenire al Bodø e la rete dell’estasi a Tirana. Campionato: ventotto presenze, ventitrè dal primo minuto, due reti, una ogni novecentonovanta minuti. Dov’è l’errore? Nei numeri italiani. Perché il vero Nicolò Zaniolo, il ragazzo destinato a vestirsi da campione, è quello che abbiamo visto in Coppa, cioè il giocatore in grado di fare la differenza, il ragazzo dagli effetti speciali, l’attaccante che sa lasciare il segno.
E’ vero, in campionato i numeri ci e lo smentiscono, ma non ci si può dimenticare, parlando di Zaniolo, dei due precedenti anni trascorsi a fare i conti con la riabilitazione per la rottura di due legamenti crociati che lo hanno inchiodato a fare lo spettatore quando era appena sbarcato sul palcoscenico dei protagonisti. La stagione del rientro ora è alle spalle, forte di un trionfo europeo con la sua firma che lo accompagnerà a prescindere per tutta la sua vita.
Le premesse per un grande futuro ci sono tutte, pazienza se il calcio italiano, tra arbitri e aperture d’inchiesta per i cori nel trionfo giallorosso al Circo Massimo, lo ha sempre messo al centro della critica, quasi che fosse colpevole chissà di che cosa. Problema relativo e che si annulla nel momento in cui il popolo romanista lo ha visto pazzo di gioia per la vittoria di Tirana (sul web è diventato virale un video del ventidue in cui, in macchina, al fianco di un amico alla guida, canta a squarciagola l’inno di Conidi), protagonista assoluto e con grande empatia verso i tifosi, sul bus scoperto in una festa che neppure è immaginabile in qualsiasi altra parte del mondo.
Ci sembrano le premesse giuste e sincere per affrontare ora, alla fine della stagione come aveva fatto sempre sapere la società giallorossa, la questione di un rinnovo contrattuale che, peraltro, suo malgrado, sta in copertina ormai da qualche mese. Al punto che qualcuno, con una certa dose imprudenza e usiamo parole civili, già lo aveva vestito con la maglia della Juventus, fregandosene della volontà della Roma e, soprattutto, di un contratto con il club giallorosso che andrà in scadenza il trenta giugno del duemilaventiquattro, ovvero tra due anni e un mese.
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FONTE: Il Romanista – P. Torri
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