Tutto sommato, c’è da dire che le potenzialità del giocatore sono così sensibili che, in qualche modo, lo rendono personaggio anche fuori dal campo. E non solo per la storia del “bad boy”, che adesso sembra avviarsi verso gli archivi, ma per la mediaticità complessiva in cui, nel calcio del Terzo Millennio, uno come Nicolò si sa muovere, pur con le inevitabili code di “hater” che non mancano mai.
Per questo il ragazzo ha suscitato la curiosità anche di Maurizio Costanzo, che presto lo ospiterà nel suo programma televisivo per cercare di farlo conoscere meglio al pubblico non necessariamente appassionato di calcio. Una iniziativa non banale, che potrebbe contribuire alla “rinascita” di Zaniolo anche dal punto di vista dell’immagine.
Sapendo, però, la inesorabile prima verità del calcio: a fare la differenza, sempre e comunque, sarà solo quello che un calciatore dimostra sul terreno di gioco. Tutto il resto, alla fine, è solo vanità, e come tale facile a disperdersi e a cancellarsi dalla mente di ogni interlocutore di buon senso.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini
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