Il ct Mancini ieri era a Bergamo. Voleva vedere Raspadori, si è accontentato di Scalvini. Difficilmente si presenterà all’Olimpico, dove manderà uno dei suoi osservatori azzurri. L’altro derby d’Italia si gioca tra Roma e Lazio. Solo undici stranieri su ventidue nelle probabili formazioni. Gli altri undici sono italiani. Piacevole inversione di tendenza
Sotto porta, conterà il fattore Zeta. Zaniolo, eversore del Ludogorets, ci arriva lanciatissimo. Due gol consecutivi, lunedì al Bentegodi e giovedì con i bulgari in Europa League. Si è sbloccato, ora vuole spezzare l’incantesimo: non ha mai segnato nel derby e all’Olimpico non trova la porta in campionato da tre anni. Dentro l’assenza di Dybala si è ricavato il suo spazio accanto ad Abraham. Sarri sta calcolando la prepotenza fisica di Zaniolo. Ha chiesto alla Lazio di palleggiare bene con l’idea di non esporsi alle ripartenze.
A giugno niente Nations League: Mancini lo aveva rispedito a casa. Non erano piaciuti i cori offensivi indirizzati alla Lazio durante la festa per la Conference e alcuni atteggiamenti. Il ct lo aveva convocato in Nazionale prima che debuttasse con la Roma e ne attende la maturazione. Gli chiede di giocare meno in solitudine, di allenarsi tanto e duramente. È il destino dei giovani talenti: diventano grandi quando capiscono che una carriera si brucia in fretta.
Zaccagni, invece, è sbocciato a Formello quando aveva 26 anni. Senza Ciro, può essere l’uomo partita della Lazio. Crea superiorità, strappa e ora segna. Già 5 gol in campionato, è il suo record. Sarri lo ha migliorato nell’attacco alla porta, gli chiede di entrare in doppia cifra.
Zaniolo verrà convocato venerdì prossimo per le amichevoli con Albania (16 novembre) e Austria (20)? Possibile, non sicuro. Restano tre partite di campionato e poi Mancini tirerà le conclusioni. Tutti hanno possibilità, è il suo slogan. Il concetto vale anche per Mattia.
FONTE: Il Corriere dello Sport – F. Patania