Il derby, si sa, va sempre oltre la vittoria o la sconfitta ottenuta sul campo. Gli effetti della stracittadina possono storicamente condizionare i protagonisti nel breve e medio periodo. L’aspetto più intricante della partita giocata ieri è proprio questo: scoprire quanto inciderà sul prossimo futuro di Roma e Lazio. Ovvio che la squadra di Spalletti ne esca più forte, nella classifica e nel morale ma, alla luce dei due prossimi impegni (Milan e Juventus), sarà interessante scoprire se la praticità e il carattere dimostrati nel derby sono qualità che ne caratterizzeranno anche il prossimo futuro. In sintesi: meno spettacolare nel gioco e in compenso più solida ed equilibrata. Mai nelle ultime stagioni la Lazio è arrivata al derby con la consapevolezza di giocarsela alla pari come ieri. Forse anche in vantaggio psicologico, visti il trend positivo (9 gare utili consecutive) e un maggiore equilibrio tattico. Tutto ciò è stato confermato nei primi 25′ minuti di gioco, quanto meno fino allo sciagurato errore di Wallace. I dubbi nascono successivamente, quando subito il gol è svanita, incapace di reagire.
La Lazio non esce ridimensionata, lo sarà solo se non riuscirà a trasformare la delusione della sconfitta in reazione positiva. Seppur non spettacolare sul piano tecnico è stato un derby intenso, sentito e scorbutico, come deve essere quello tra due squadre che puntano in alto, oltre alla tradizionale rivalità cittadina. In campo sono ammessi falli, reazioni nervose, perfino espulsioni, mai però si possono giustificare frasi come quelle espresse da Lulic nei confronti di Ruediger. Affermazioni gravi, espresse a mente fredda, non con l’adrenalina ancora in corpo. Doverose e puntuali le scuse della società biancoceleste, così come inevitabile dovrà essere l’intervento della Procura Federale. Parole a sfondo razziale di quel tipo non possono essere tollerate e permesse a nessuno, oggi e mai.