Quando Leandro Castan ha saputo di avere un cavernoma alla testa le sue certezze sono crollate: ha avuto paura e voleva smettere con il calcio. Oggi vive a Rio de Janeiro assieme alla sua famiglia, gioca nel Vasco da Gama e ricorda il periodo italiano con affetto e profondo rispetto. È a Torino, nella stagione 2016-17, che ha conosciuto Sinisa Mihajlovic che sta lottando contro la leucemia e proprio ieri ha cominciato le cure.
Come ha reagito quando l’ha saputo? «Molto male. È un uomo che si allena sempre, è uno forte. Questa notizia mi ha colto di sorpresa. Mi dispiace tanto perché con lui ho avuto un bel rapporto».
Le ha lasciato un bel ricordo? «Sono stati sei mesi bellissimi, poi a gennaio mi sono fatto male e non ho potuto più aiutarlo. Abbiamo sempre sognato di stare tra le prime otto in classifica e di andare anche in Europa League. Ci siamo divertiti tanto e quando è andato via ci siamo incontrati a Roma».
Cosa si prova quando ti informano di avere un male così grave? «È impossibile descriverlo a parole. Io l’ho superato grazie alla fede in Dio e alla mia famiglia che sono quelli che mi sono stati vicino e mi hanno aiutato a sopportare tutto. A Sinisa ho scritto in privato, gli ho detto che gli sarò vicino e che pregherò per lui».
Come ti cambia la malattia? «In tutto. Inizi a guardare le cose con altri occhi. Io sono diventato una persona migliore. Devi approfittare della lezione che ti dà la vita per fare qualcosa di buono, sono cambiato come uomo».
Il Bologna ha deciso di non cambiare tecnico, è una scelta che può aiutare? «Sabatini è il direttore sportivo e lo è stato anche nella Roma quando io volevo smettere. È stato lui a convincermi a continuare. Sono sicuro che avrà un supporto incredibile e sono molto contento che il Bologna abbia deciso così. Lì lo aiuteranno a uscire da questa situazione. Se gioco ancora a pallone è grazie a Sabatini, non mi ha fatto mollare».
FONTE: Il Messaggero