I pali servono a consolare, gli infortuni a meditare, la sconfitta a lavorare. Eusebio Di Francesco perde il secondo scontro del campionato, ancora in casa,ancora con la sfortuna che vale un alibi giusto per chi non ha voglia di riconoscere la distanza tra un progetto tecnico al terzo campionato e un altro che ha visto la luce appena 100 giorni fa. La Roma sarà pure la squadra che ha colpito più legni in Serie A – nove -, ma in un campionato che per le posizioni di vertice rischia di giocarsi per buona parte intorno agli scontri diretti, il Napoli dopo l’Inter ha la pesantezza di una mazzata sull’autostima dell’allenatore e dei suoi giocatori. «Ma io ho visto una partita equilibrata – dice Di Francesco -, se andiamo a guardare i dati noi e il Napoli ci siamo divisi il possesso palla. Loro hanno fatto gol su una nostra ingenuità, non hanno avuto grandi occasioni a parte quella di Mertens che abbiamo regalato noi. Di solito distruggono gli avversari, con noi questo non è accaduto. Poi, è vero, siamo stati poco bravi nell’andare a riprenderci la partita. Il punto è che siamo stati troppo rispettosi del Napoli, avrei voluto vedere un’aggressività diversa, avremmo dovuto fare meglio, con un po’ di malizia e determinazione in più. Non era questo il tipo di partita che avevamo preparato, il nostro obiettivo era non perdere, non ci siamo riusciti».
NAINGGOLAN E INFORTUNI – Magari, chissà, colpa anche di un’impostazione tattica sbagliata. «Visto? Tutti volevano Nainggolan dietro la prima punta, io l’ho messo lì nel primo tempo e la cosa non ha dato frutti, abbiamo sofferto – ancora Di Francesco -. Poi nel secondo tempo ho cambiato qualcosa, sono tornato alle origini, mi sono messo 4-3-3 e siamo cresciuti. Ecco, posso dire di aver rivalutato le mie idee iniziali». E ancora: «Peccato per non aver sfruttato le occasioni per pareggiare, gli episodi ci stanno girando contro, dopo i tre pali con l’Inter eccone altri due. Non voglio che sia un alibi, ma stavolta anche le tante assenze non mi hanno permesso di cambiare la partita». E sì che gli infortuni adesso cominciano a essere tanti. Manolas è lo stop muscolare numero 13. E siamo a metà ottobre: «Credo che Kostas soffra per un brutto stiramento – aggiunge l’allenatore -, penso sia impossibile averlo mercoledì a Londra contro il Chelsea. Ma si fanno male anche con la nazionali, i giocatori, mica solo qui. Manolas ad esempio arriva da lì, anche se il suo infortunio ècasuale… La differenza tra la Roma e il Napoli è anche in questo. Loro non hanno preso giocatori a fine mercato come noi. Si allenano insieme dall’inizio del ritiro, è poi il motivo per cui hanno meno infortuni». Chissà cosa ne pensa James Pallotta, che mercoledì sarà a Londra per la sfida al Chelsea.