Tre legni contro l’Inter, altri due contro il Napoli nella sconfitta di ieri sera: risultato, zero punti. Nello sguardo perso di Totti dopo la traversa (esterna) di Dzeko, venuta poco dopo il palo di Fazio che ha ricordato di molto una situazione analoga creata nello scorso campionato a tempo quasi scaduto da Perotti, con Reina sempre nella veste di eroe del Napoli, c’era una rassegnazione quasi fatalistica di uno status quo difficile da sovvertire: già la Roma in questo momento è inferiore, e non di poco, alla squadra che sta comandando il campionato; se poi interviene anche San Gennaro, dopo Sant’Ambrogio, a soffiare dalla parte amica, viene da allargare le braccia come ha fatto a un certo punto Kolarov. «Sì, un pizzico di sfortuna c’è stato» ha osservato alla fine dei giochi Di Francesco, comprensibilmente deluso dal secondo scontro diretto perso in casa.
LEADER – Sono già 9 i legni colpiti in campionato. Aspettando il recupero con la Sampdoria e le altre partite dell’ottava giornata, nessuna squadra di Serie A sbatte contro gli spigoli quanto la Roma. I puristi del calcio sostengono che se prendi un palo non sei stato sfortunato ma hai sbagliato mira. Però seguendo questa logica come si può valutare l’“errore” di Fazio che è in realtà generato da un miracolo di Reina? Con un giro di pallone in più o in meno, sarebbe stato 1-1. E sarebbe stato 2-0 contro l’Inter alla seconda giornata, con conseguenze sicure sul risultato finale, se a turno non avessero pizzicato pali e traverse Kolarov, Nainggolan e Perotti. All’epoca Spalletti parlò di fortuna, magari anche Sarri avrebbe riconosciuto gli sforzi improduttivi della Roma se l’influenza (ieri sera era in panchina a maniche corte nonostante la serata umida) non lo avesse costretto a disertare le interviste.
LA SERIE – E’ Edin Dzeko, secondo questa classifica, il calciatore più jellato: ha colpito due pali contro il Benevento, non decisivi per il risultato che la Roma ha saputo mettere al sicuro in altri modi, prima di accarezzare la traversa del Napoli. Ma anche Diego Perotti non scherza: è già a quota 2 (Udinese dopo l’Inter). L’ultimo giocatore entrato malvolentieri in questa graduatoria del malocchio è il giovane turco Cengiz Ünder (Verona), che ieri ha fatto sperare nel pareggio con la soffice volée sferrata all’ultimo sospiro della partita.
DATO – E così la Roma per la prima volta resta a secco all’Olimpico dopo 34 partite (27 assolute comprendendo anche le trasferte): l’ultima volta era capitato nel novembre 2015 contro l’Atalanta, con un’altra sconfitta. Ma soprattutto è curioso osservare che Alisson, il portiere brasiliano promosso titolare dopo la partenza di Szczesny, abbia incassato tutti e cinque i suoi gol all’Olimpico. Oltre alle tre reti prese dall’Inter, che a fine agosto era stata capace di ribaltare il risultato in pochi minuti nei minuti finali dopo il vantaggio di Dzeko, ne ha concessa una all’Udinese a vittoria già abbondantemente acquisita grazie al gol di Dzeko e alla doppietta di El Shaarawy. Agli altri capita meno spesso di incrociare i pali quando c’è di mezzo la Roma.