«Dopo che Francesco Totti, nel febbraio del 2017, disse in un tweet di volere il nuovo stadio, mi telefonò l’allora vicesindaco Bergamo e mi disse che la mia posizione contraria non era più sostenibile dal punto di vista politico. Così mi trovai fuori linea». È quanto ha affermato in aula, a Roma, l’ex assessore comunale all’urbanistica, Paolo Berdini, sentito come testimone nel processo scaturito dall’indagine sul nuovo stadio della Roma che sarebbe dovuto sorgere nella zona di Tor di Valle. Rispondendo alle domande del pm, Berdini ha affermato di avere conosciuto «i componenti del gruppo consiliare degli M5S quando erano all’opposizione con Ignazio Marino sindaco e mi dissero che avrebbero portato in procura la questione stadio. Furono loro a cercarmi – ha aggiunto -, volevano che dessi da urbanista un parere sulla delibera sulla pubblica utilità della giunta Marino e io dissi che la zona di Tor di Valle era inadeguata e pericolosa».
Parlando davanti ai giudici della ottava sezione penale, Berdini, ha detto che il su «incarico avrebbe dovuto riguardare la pianificazione di una città in ginocchio, bloccata, questo era il mio sogno. Quanto allo stadio io fui chiamato con un incarico ben preciso, quello di bocciare il progetto. Una posizione condivisa dai 5Stelle fino al gennaio del 2017 quando in Campidoglio arrivò l’avvocato Luca Lanzalone come punto di riferimento per la soluzione del problema. Prima di lui lo era stato il magistrato Ferdinando Imposimato: un cambio improvviso, parlerei di un cambio di direzione a 180 gradi».
L’ex magistrato «era convinto che l’interesse pubblico previsto dalla legge sugli Stadi non sussistesse e che la relativa delibera contenesse perfino profili di incostituzionalità. Quando conobbi Lanzalone chiesi alla sindaca, Virginia Raggi che ruolo avrebbe avuto, se c’era un incarico formale per lui. La sindaca mi disse che avrebbe provveduto a dargli un ruolo che per quello che so non è mai stato formalizzato. Io non frequentavo molto il Campidoglio perché i miei uffici erano all’Eur ma alle riunioni sullo stadio era presente Lanzalone. Mi sono sentito sostituito da lui – ha concluso il testimone -. A quelle riunioni partecipavano anche gli onorevoli Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede, di fatto, la giunta Raggi era stata commissariata. A gennaio 2017 il cambiamento, c’era la possibilità giuridica e amministrativa del diniego dell’interesse pubblico ma poi questa volontà di revoca era venuta meno. Il 14 febbraio rassegno le mie dimissioni, dopo le parole di Francesco Totti sullo stadio cui segue la telefonata dell’ex vicesindaco Bergamo».
FONTE: ANSA