(…) Sappiamo che Lei è anche un grande tifoso della Roma… «Sono tifoso della Roma da 75 anni, abito a Roma. Qualcosa in cambio a questa città che mi ha dato notorietà e benessere la dovevo dare, non potevo tifare solo Bari. Quando venni io, a parte che la fame era talmente tanta che me ne fottevo del calcio, ero campione solo io, di salto del pasto: lo saltavo due volte al giorno. Poi diventai frequentatore dello stadio per guadagnarmi 3 o 4 supplì, accompagnavo le persone in carrozzella e pagavano gli accompagnatori. Quando sentii che il pagamento era un pasto consumato al ristorante del circolo del tennis o almeno 4-5 supplì io mi offrii e portai un tifoso della Lazio. Solo che lui era magro e quando gli dissi “Che ci fermiamo a mangiare qualcosa?” lui mi rispose “No, non mangio mai a pranzo!”. Io ci rimasi e mi dissi “Adesso mi è andata male”. Invece, un mesetto più tardi mi capitò un altro accompagnamento a un ragazzo bello robusto, che mi disse “Aò, fermamose qui che se famo un’amatriciana”. E io “porca puttena! – ecco il caso di dirlo – Meno male che c’è questo…”. E da allora diventai romanista perché accompagnavo sempre lui. Lui mi pagava il pasto e io mi affezionai ai colori e alla squadra. Poi quando arrivò la notorietà sono diventato amico dei giocatori, Falcao addirittura frequentava casa mia. Ecco come nasce il mio tifo per la Roma».
Proprio in queste ore sono arrivate dalla società delle voci che escluderebbero un ritorno di Totti nel prossimo futuro. Secondo Lei l’ex capitano potrebbe lavorare proprio in Nazionale come De Rossi o la sua figura è rimasta relegata ai colori giallorossi? «Il capitano della Roma per eccellenza era lui, una figura troppo grande, però non per questo non può non stare nella dirigenza. Mi farebbe piacere se ci fosse. Non lo so come si metterà, comunque i due americani padre e figlio hanno preso Mourinho senza sapere che “Mou” in dialetto pugliese vuol dire “adesso”, “subito”, pagando una bella cifra, e sanno che Mourinho chiederà dei giocatori importanti. Quindi in un contesto del genere la figura di Totti l’avrei tenuta nella società. Mi auguro che cambino idea».
Nel seguito de “L’allenatore nel pallone” Lei ha lavorato anche con Buffon, che a 43 anni ha scelto di continuare a giocare al Parma. L’ha sorpresa questa decisione o forse l’avrebbe addirittura voluto alla Roma? «Io so che è stato un grande e lo è. Potrebbe essere un gran bel dirigente di una squadra, però ancora è bravo e può farsi 2-3 anni come ha deciso di fare. Ma uno può essere bravissimo anche oltre i 40 anni se lo è sempre stato come lui. Del mercato non so». (…)
FONTE: Soccer Magazine