Deunaffare, a Empoli dicono così. È un’esclamazione, vale un accidenti, chissà quante volte Luciano Spalletti l’avrà usata guardando le mille colline di cui è proprietario. Deunaffare questa Roma, accidenti che squadra, accidenti pure, però, quanto difficile è riuscire ad acchiappare la Juventus e provare a vincere da queste parti. Rapido riassunto: l’ultimo trofeo è del 2008 la Coppa Italia firmata Spalletti. E se allora il tecnico lega la sua voglia di restare alla Roma alla possibilità concreta di costruire un successo, si capisce senza molta fatica quanto ambizioso sia il traguardo, quanto alta sia l’asticella. E allora come si fa? Si va per gradi, allargando il più possibile la base con cui lavorare. La Roma non può scegliere. Punta al campionato e allora vien naturale sperare di arrivare in primavera con un distacco limitato dalla Juventus, non superiore a quello attuale (potenziali sette punti). Punta all’Europa League e in questo senso già il Villarreal a febbraio darà risposte precise. Punta alla Coppa Italia perché sarebbe la decima e garantirebbe la possibilità di giocare un’altra finale e qui nessuno può snobbare niente.
SENZA MOMO – Allargare la base vuole dire chiedere al mercato un paio di rinforzi e limare uno dei difetti principali che la Roma ha mostrato nell’ultimo periodo. È il primo gradino da superare. Come sarà una squadra senza Salah? È il calciatore più pericoloso della rosa (47 occasioni create), più decisivo per il suo modo di giocare, più incisivo se è vero che ha la percentuale più alta di realizzazione in base ai tiri tentati (il 58%). Senza di lui da titolare la Roma ha giocato tre partite, segnando in totale 3 gol. Con lui dall’inizio, la media è di 2,76. Ergo: ora che l’egiziano va in Coppa d’Africa, Spalletti deve costruire una squadra che sappia trovare sbocchi offensivi di livello anche senza Salah. Magari convincendo El Shaarawy e/o Perotti che non è reato punito dal codice civile giocare in fascia destra.
GLI «ACQUISTI» – Secondo step, mirando alla luna: escluso Fazio, uno dei top per rendimento, per motivi diversi Spalletti ha avuto poco o nulla dalla campagna acquisti estiva che recita così: Gerson, Juan Jesus, Bruno Peres, Alisson, Mario Rui e Vermaelen. Come giocare con l’handicap. E l’handicap, per puntare alla luna, va il più possibile annullato. Ecco perché il prossimo obiettivo di Spalletti è quello di mettere in campo il mercato «invisibile», allungando la rosa e rendendo utili alla causa chi finora lo è stato poco o nulla.
TIFOSI – E l’ultimo step è fuori dal rettangolo verde. Spalletti ha iniziato il 2016 dicendo, nel giorno della sua prima conferenza pre partita, «secondo me domani la curva sud viene allo stadio». E l’ha chiuso andando ad esultare sotto lo spicchio dei tifosi più calorosi. In mezzo, tanto gelo e una presenza media effettiva allo stadio poco sopra le 20 mila presenze. Eppure la Roma viaggia a punteggio pieno in casa. Ma al netto delle polemiche sulle barriere, riempire nuovamente l’Olimpico quella sì che, deunaffare, sarebbe una soddisfazione e una spinta ulteriore a prendere la penna in mano a marzo.