Paolo Berdini «si è presentato con la cenere in capo e i ceci sotto le ginocchia». Con questa battuta, in serata, Virginia Raggi riassume la giornata più in bilico del suo assessore. A metterlo sulla graticola è un colloquio pubblicato da La Stampa in cui il responsabile dell’Urbanistica definisce «impreparata strutturalmente» la sindaca, non lesinando dure critiche nei suoi confronti: «Se lei si fidasse delle persone giuste… Ma lei si è messa in mezzo a una corte dei miracoli». La sindaca è arrabbiata ed esige delle spiegazioni dall’urbanista: lo convoca alle 14.30 insieme al resto della giunta. Ad essere molto contrariati sono anche gli altri assessori e, soprattutto, i consiglieri: «Così non fa squadra», dice più di uno. Raggi chiede a Berdini tutti i chiarimenti del caso, poi però decide di tenerlo ancora al suo posto, ma «con riserva». Una “riserva” che spiega Di Maio: «L’assessore è sotto verifica».
L’urbanista, in pratica vede respinte le dimissioni che – insieme alle scuse – mette sul piatto ma, al contempo ora dovrà dar conto di tutto il lavoro portato avanti in assessorato. Affrontare, insomma, una sorta di periodo di prova. L’avvocatessa pentastellata avvisa della sua scelta finale anche Beppe Grillo. Poi ai giornalisti spiega: Berdini «non voleva dire quelle parole, non le pensa. Era mortificato. Roma sta affrontando temi complessi, come i piani di zona o lo stadio». Da parte sua, l’assessore all’Urbanistica ribadisce la sua «stima» per la prima cittadina e punta il dito contro i media: «Ci stanno massacrando, un vero e proprio linciaggio mediatico che si sta scatenando proprio nel momento in cui l’amministrazione comunale prende importanti decisioni che cambiano il modo di governare questa città». Intanto Salvatore Romeo, ex capo della segreteria politica di Virginia Raggi, arriva in Procura, accompagnato dal suo legale, per essere interrogato nell’ambito dell’inchiesta sulle nomine in Campidoglio.