Un «bollino blu» da quasi 30mila euro di costo, pagati con fondi pubblici, e che, per di più, sarà coperto da un segreto impenetrabile. Questo è il contratto con cui il Campidoglio ha affidato al Politecnico di Torino il compito di analizzare gli studi sul traffico del progetto Stadio della Roma di Tor di Valle. Già leggere l’oggetto dell’incarico strappa un sorriso: più che una due diligence al Comune serve un timbro di un prestigioso ateneo che assolva l’Amministrazione Raggi dal «delitto» di aver stravolto, per ragioni politiche, la viabilità del progetto solo per poter giungere, cancellando opere pubbliche, a eliminan le famose e contestate Torri di Libeskind.
«La verifica – si legge nel contratto – deve essere comprensiva dell’analisi dei metodi adottati» da Eurnova su indicazione del Campidoglio che, tramite Roma Servizi per la Mobilità, ha fornito ai tecnici di Parnasi il software, i parametri di calcolo del traffico e anche quali simulazioni effettuare. L’analisi dovrà riguardare «la viabilità stradale, pedonale e ferroviaria» per valutare la Giorni A disposizione del Politecnico di Torino: 90 per stilare una prima relazione e poi altri 30 per redarre quella definitiva da inviare al Comune di Roma «congruenza fra l’offerta di trasporto e la domanda stimata sia in termini di traffico che di qualità del servizio». Ma non si dovrà «focalizzare su aspetti tecnici ma funzionali e non prevede simulazioni di traffico sulla rete di trasporto».
Non solo. Addirittura viene specificato a chiare lettere: «Si escludono analisi comparative di sorta con altre soluzioni, anche se eventualmente più innovative e connesse a oneri di spesa differenti rispetto al progetto in valutazione». Insomma, un banale «bollino blu» per limitarsi a dire che quanto già fatto, e solo ed esclusivamente quanto già fatto, è bello. Anzi, bellissimo. Ma è all’articolo 9 del contratto che si rimane sbalorditi: il Campidoglio sarà, di fatto, l’unico titolato a decidere se e cosa divulgare dei risultati. Si legge, infatti che il Politecnico è tenuto a «osservare il segreto nei confronti si qualsiasi persona non coinvolta nel contratto». Inoltre, non solo non potrà «duplicare, copiare, riprodurre, registrare con qualunque mezzo, in tutto o in parte, file, atti, documenti, elenchi, note, disegni, schemi, corrispondenza o ogni altro materiale» ma addirittura sarà tenuto «a restituire e distruggere qualunque file» al termine del contratto o alla risoluzione dello stesso. A memoria dei più vecchi funzionari del Campidoglio, tornano alla mente due altre volte in cui un contratto con un ente terzo ha avuto queste stringenti clausole di segretezza.
La prima, quando si scelse l’advisor per valutare il valore della Centrale del Latte nell’ambito della transazione con Parmalat e la seconda quando venne condotta un’indagine sulla potenziale presenza di nichel nell’acqua. Ma, mentre Parmalat è azienda quotata in Borsa e occorreva scongiurare il rischio di aggiotaggio e di insider trading e per l’indagine sul nichel era necessario evitare il panico collettivo, qui, anche ai funzionari più smaliziati, questa segretezza appare piuttosto forzata. E fa tornare alla mente il caso del sindaco, Virginia Raggi, che chiese – e ottenne – dall’Avvocatura capitolina un parere secretato proprio sullo Stadio. Ma lì, il rapporto avvocato/cliente vincola alla riservatezza e doveva essere il cliente, il Sindaco, a render noto il contenuto del parere. Cosa mai avvenuta nonostante i consiglieri comunali abbiano più volte tentato di averlo.
Questo nuovo «timbro» costerà 29mila e 600 euro (più Iva): 8.800 verranno dati come anticipo non appena il Politecnico abbia esaminato il progetto. Il resto, 20.720 euro sarà corrisposto a saldo. Il contratto ha una durata complessiva di tre mesi: nelle prime tre settimane dalla firma il Politecnico deve leggere le carte, poi nei primi due mesi (ecco le date annunciate dalla Raggi qualche giorno fa) deve inviare «una relazione sintetica» e, infine, entro la scadenza dei tremi mesi deve consegnare la redazione finale. Insomma, la fu «casa di vetro della trasparenza» sbandierata dai 5Stelle si sta rivelando per una finzione retorica: del resto, ancora ieri, la determina del Dipartimento Mobilità (753 del 21 settembre) su questa analisi non è ancora stata pubblicata.