Con le notizie al cardiopalmo che giungono da Firenze, tutto sommato finisce in gloria per la Roma, sognando che la Juve – solo a meno 4 – a febbraio inciampi col Crotone per rendere concreta la distanza dalla vetta. I giallorossi si sbarazzano del Chievo con un 3-1 in rimonta, reso bello dalle reti di De Guzman, El Shaarawy, Dzeko e infine Perotti su rigore. Detto che la Roma arriva a 13 consecutive in casa come quella del 1930-31 che giocava al Testaccio – però nel conto attuale c’è anche la vittoria nel derby sì giocato all’Olimpico ma che vedeva la Lazio ospitante – il dato che più impressiona sono gli 86 punti conquistati nell’anno solare, che eguaglia il record della Roma spallettiana nel 2006.
SUPER ELSHA – Certo, il Chievo ha fuori più di mezza squadra (Cacciatore, Cesar, Castro, Seculin, Sardo Hetemaj, Gobbi), ma anche la Roma non è messa molto meglio, visto che sono out Manolas e De Rossi, oltre a Florenzi e Paredes. Spalletti però rilancia El Shaarawy abbassando Nainggolan in mediana per dar vita a un 3-4-3 con gli esterni formula Brasile – Bruno Peres ed Emerson – che trovano ampi spazi sulle corsie laterali, perché la consegna per Salah e il Faraone è di stare stretti vicino a Dzeko. Proprio per cercare di contenere le sgroppate sulla fascia, Maran in fase difensiva chiede a Birsa di coprire la sinistra, disegnando un chiaro 4-4-2 che torna a riproporsi nel consueto rombo quando l’ex milanista si accentra dietro a Inglese e Meggiorini, lasciando Radovanovic vertice basso, mentre a turno Rigoni e De Guzman vanno a proporsi in avanti. Ne viene fuori una partita non banale, con la Roma che parte forte e già nel primo quarto d’ora va al tiro tre volte con Dzeko, El Shaarawy ed Emerson, anche se Sorrentino deve intervenire in tuffo solo sul Faraone. I veronesi però non disdegnano le ripartenze e così, su cross di Birsa deviato da Fazio, al 22’ De Guzman tira fuori da ottima posizione. Non sbaglierà però un quarto d’ora più tardi quando, su traversone di Izco, l’ex del Napoli aggira Peres e segna di testa. A dire il vero, un po’ un paradosso, perché in quei quindici minuti i giallorossi avevano messo il Chievo sotto pressione grazie a un buon pressing alto. Ne erano venute fuori 4 pericolose conclusioni di El Shaarawy, Nainggolan, Dzeko e Bruno Peres, l’ultima delle quali era finita sul palo esterno. Dopo la rete del Chievo, però, la Roma non perde la testa e così al 46’ l’ottimo Faraone guadagna una punizione che calcia in modo straordinario: è il pari.
TORNA DZEKO – Nella ripresa i giallorossi non alzano il piede dall’acceleratore e al 7’ El Shaarawy innesca Dzeko per la rete del vantaggio, sfruttando un doppio errore di Gamberini. Anche nel secondo tempo la catena di sinistra della Roma funziona meglio di quella di destra, tant’è che Maran – perso Izco nella prima frazione e spostato Frey su quel lato – sostituisce l’appannato Birsa col più dinamico Bastien per disegnare un 3-5-2 più protetto sulle corsie laterali. Il risultato però è modesto, perché in fase offensiva i gialloblù svaniscono, senza per questo proteggere meglio la difesa. Buon per il Chievo che Dzeko è in versione light in fase conclusiva, cosicché Sorrentino riesce a dirgli di no due volte, mentre in un’altra occasione il portiere è salvato dal palo su colpo di testa del centravanti. Insomma, la partita resta in bilico fino al recupero ma – dopo che il subentrato Perotti aveva sbagliato una facile occasione – è lo stesso argentino a siglare il tris su rigore, concesso per fallo di Costa sempre su di lui. È quello che serve per santificare il Natale da anti-Juve. Il resto, se il mercato aiuterà, sarà tutto da chiedere al 2017.