Gli ultimi dieci giorni di settembre saranno molto caldi. Eusebio Di Francesco lo sa e le difficoltà non lo spaventano. Ieri alla ripresa degli allenamenti ha riparlato alla squadra. Ha chiesto più aggressività, rabbia, cattiveria. Qualità che questi giocatori sembrano aver smarrito. La Roma sembra una squadra senza anima. E questo il tecnico abruzzese non può accettarlo. Sa che la situazione è diventata delicata, anche se mercoledì contro i Galacticos del Real Madrid era obiettivamente difficile. Ma ci sono stati alcuni segnali positivi (pochi) dai quali ripartire. Già da domenica Di Francesco spera che i giocatori tirino fuori la forza di reagire. Lo scenario resta inquietante. Nelle valutazioni che sono state fatte a Trigoria non conta la sconfitta di Madrid, che era stata messa nel conto. Ma un risultato negativo a Bologna farebbe precipitare la situazione. I dirigenti continuano a sostenere Di Francesco, a cominciare da Monchi e Totti. Ma adesso contano i risultati. Se dovesse perdere a Bologna non rischierebbe l’esonero, ma tutte le partite successive diventeranno decisive. Anche perchè la prossima settimana c’è il derby.
SCELTE DOLOROSE – C’è la massima attenzione a Trigoria per capire le cause di questa falsa partenza. Perchè la squadra non riesce ancora a trovare la migliore condizione. Monchi è sempre convinto che Di Francesco sia l’allenatore ideale per uscire da questo tunnel. Il tecnico si aspetta una reazione dai senatori che in questo mese si sono smarriti. Kolarov e Fazio faticano perchè hanno avuto un avvio condizionato dal Mondiale. Ora si tratta di fare scelte anche dolorose, ma c’è bisogno di gente pronta a dare il massimo. E’ innegabile che la campagna acquisti abbia complicato il lavoro di Di Francesco. Ma lui è un aziendalista, ha sposato i programmi della società. Non può essere condizionato nelle scelte dagli investimenti fatti in sede di mercato. Deve scegliere in base a quello che possono dare i giocatori.
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