La domanda è lecita perché la differenza di rendimento, soprattutto nell’ultimo periodo tra campionato e coppa è evidente: la Roma che oggi pomeriggio all’Olimpico affronterà il Bologna sarà quella bella e vincente che in Europa non fallisce un colpo, o quella che nelle ultime tre partite in Serie A ha raccolto la miseria di un punto? Una spiegazione, Paulo Fonseca, ha provato a darla: “La Serie A è lunga, l’Europa League ha i gironi ma poi sono partite a eliminazione diretta: quando c’è una competizione lunga si sbaglia di più e se non c’è il giocatore importante è troppo difficile. Noi siamo stati quasi sempre nelle prime quattro della classifica, ma abbiamo perso posizioni quando ci sono mancati calciatori importanti“.
Non cerca alibi, Fonseca, piuttosto vuole unirsi alla denuncia di tanti allenatori che sostengono che si giochi troppo: “Non è un problema solo della Roma ma di molte squadre. Guardiola parla sempre di questo problema, i calciatori non sono macchine, ho visto tanti infortuni nelle nazionali, è un problema su cui dobbiamo ragionare“. Sulle condizioni fisiche di Smalling e Mkhitaryan: “Quasi sicuramente Chris non ci sarà nemmeno giovedì nella gara di ritorno con l’Ajax, Miki invece col Bologna partirà dalla panchina“.
Non vuole parlare del suo futuro, Fonseca, anche se la sua conferma è legata alla qualificazione alla Champions: “Penso solo al presente perché la Roma è la cosa più importante. Dobbiamo pensare partita per partita, i giocatori capiscono che la prossima è sempre la più difficile, ora sanno che è decisivo battere il Bologna. Un nuovo innesto nello staff per curare la tattica? Non ci ho mai pensato“.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini