Stress, tensione, rabbia a lungo contenuta e finalmente liberata. Paulo Fonseca, dopo l’Ajax, se l’è presa con alcuni giornalisti, “colpevoli” a suo dire di aver inventato litigi e scontri tra lui e i giocatori. Il problema è strutturale e culturale, molti allenatori stranieri (non tutti) stentano a calarsi nelle dinamiche troppo “risultatiste” e umorali della Serie A. Italia matrigna. Fonseca insegna un bel calcio, aperto e bilanciato, propositivo con giudizio.
Non è un talebano del gioco posizionale o della costruzione dal basso, ha una sua idea di modernità nell’equilibrio, e forse non è casuale che in Europa la sua Roma giri al meglio e che in Italia si inceppi. A suo tempo, per restare in ambito Roma, Luis Enrique, sacerdote del possesso palla, tutt’altro allenatore rispetto a Fonseca, non riuscì a imporre il suo credo “giocoso”. Poi vinse la Champions con il Barcellona e oggi è il c.t. della Spagna: non si può dire che altrove abbia fallito, anzi.
FONTE: La Gazzetta dello Sport