Lo scudetto è una repubblica democratica fondata sul lavoro. E il lavoro va fatto a regola d’arte, senza alcuna macchia, perché possa fruttare un risultato così grande. Fin qui, in terreno domestico, la Roma non ha sbagliato un colpo, come la Juve che all’ora di pranzo aveva ammansito la Lazio. E con la vittoria ottenuta contro il Cagliari, la decima su dieci esibizioni casalinghe in questo campionato, ha stabilito un record di cui andare fiera. E’ giustificata la felicità dei giocatori, sulle note di Grazie Roma, nonostante una partita opaca: questa è un’impresa che va oltre l’avversario della serata, fin troppo rinunciatario, e della classifica, che conferma il secondo posto. E’ qualcosa che impegna la storia e l’onore della società.
PIU’ GLORIA DI TESTACCIO – Era riuscito solo alla Roma di Testaccio, nel 1930, di vincere 13 partite di fila in casa. La Roma versione contemporanea ha eguagliato questo primato, se consideriamo la statistica del calendario, ma lo ha addirittura battuto se ricordiamo i gol di Strootman e Nainggolan nel derby, che era in trasferta formalmente ma in sostanza si è comunque giocato all’Olimpico. Quattordici di fila, allora, dentro a questo stadio che a volte rimbomba per il vuoto e per il tepore, causa protesta dei gruppi organizzati della Sud, ma alla squadra consente lo stesso di inseguire i sogni, almeno da quando è arrivato Spalletti.
SORGENTE – Parlando solo di campionato, la Roma vince senza soluzioni di continuità dal 20 aprile 2016, mica una data qualunque: era il trentennale di una delle peggiori sciagure calcistiche che un tifoso possa ricordare, la sconfitta sempre all’Olimpico contro il Lecce già retrocesso, costata un campionato che sembrava quasi vinto. Ma evidentemente la riscossa, sempre in un duello con la Juve, doveva sprigionarsi proprio in un giorno stregato, con Totti (che nel 1986 era un tifoso ferito) a rompere l’incantesimo con due gol di rincorsa al Torino che portarono tre punti determinanti per l’obiettivo Champions League. Ieri Totti giocava con i raccattapalle in panchina mentre Dzeko ha segnato il gol del record.
FILOTTO – Nel suo sentiero luminoso la Roma ha battuto più o meno facilmente Napoli, Chievo (due volte), Udinese, Sampdoria, Crotone, Inter, Palermo, Bologna, Pescara, Lazio, Milan e, giusto ieri sera, il Cagliari. La magnifica squadra che 87 anni fa spaventava ogni rivale sul proprio campo, appunto la Roma di Testaccio, vinse ininterrottamente dal 16 marzo al 16 novembre 1930, dunque otto mesi esatti, fermandosi al quattordicesimo ostacolo che era la Lazio. Quella di adesso ha già superato i nove mesi.
PUBBLICO – Il tutto nonostante un’Olimpico tornato semivuoto. La politica dei prezzi bassi che aveva ripopolato la Curva Sud in occasione della partita di Coppa Italia contro la Sampdoria ha funzionato ma non ha portato scie positive: solo 5.000 paganti. Evidentemente la Roma si è abituata a vincere senza la fragorosa propulsione della propria gente. A Testaccio l’atmosfera era di sicuro diversa.