La festa dopo il gol al Chievo è ancora negli occhi dei tifosi viola. Quei secondi di follia di Gerson Santos da Silva ora hanno una spiegazione. «Quando sono arrivato a Firenze, alcuni hanno scritto e detto cose false. Si sono inventati che non ero felice. Che, addirittura, avevo chiesto alla Roma di far saltare il trasferimento e di tenermi in giallorosso. Bugie. Dopo quella rete volevo che fosse chiaro a tutti che ero contento della mia nuova avventura» (…)
I suoi modelli nel mondo? «Modric e Kroos. Però da ragazzino sono cresciuto impazzendo per Robinho. Un genio. Potrei guardare per ore i filmati con i suoi gesti tecnici».
Quanti gol spera di realizzare da centrocampista? «Non mi interessa indicare un numero. Chessò… 6-7 reti. Potrei anche fermarmi a due a patto che la Fiorentina disputi un gran campionato. Conta il gruppo non il singolo».
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Il suo cartellino è della Roma. «So che a fine giugno la Roma potrà riprendermi. Che sono solo in prestito. Ma forse i ds di Fiorentina e Roma hanno anche fatto altri ragionamenti sul mio futuro. Forse. Ora ho un solo pensiero: dare il 100% in maglia viola. Questo club crede nelle mie qualità. Devo essere all’altezza delle aspettative».
Come le sembra la Roma? «Non l’ho ancora vista. Quando torno a casa il mio tempo è tutto per la mia bambina. Si chiama Giovanna e ha due anni e mezzo. Non guardo le partite delle altre squadre».
Walter Sabatini, l’uomo che lo ha portata in Italia, è in ospedale con problemi respiratori. «Gli auguro di rimettersi a tempo di record. Però se fumasse qualche sigaretta in meno…».
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Nelle giovanili del Brasile lei è stato titolare fino all’Under 20. «Il sogno un giorno è di far parte delle Seleçao. Ma devo fare bene nella Fiorentina e, in futuro, nelle Coppe. Ci proverò».
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