Due anni al Manchester United, un solo tradimento: «L’unica volta in cui ho chiesto un giorno libero a José Mourinho, è stato per chiedergli di poter andare a Roma per l’addio al calcio di Totti. Mi disse di sì, anche se la stagione per noi a Manchester non era ancora finita». A parlare è Giovanni Cerra, 37 anni, romano del rione Monti e romanista.
Era nello staff di José Mourinho, che ha seguito anche al Tottenham, per due stagioni è stato il match analyst dei Red Devils: c’erano Smalling e Mkhitaryan e vinsero l’Europa League. Old Trafford per i romanisti è soprattutto lo spettro del 7-1 del 2007: «A Manchester dividevo l’ufficio con Michael Carrick, che quel giorno segnò due dei sette gol. Lavoravo alla scrivania accanto alla sua, ne abbiamo scherzato spesso, più lui di me a dire il vero. Anzi, quando una volta lo United nell’anniversario della partita fece un post sui social per ricordare quel risultato andai dall’addetto stampa a chiedere di rimuoverlo. Ovviamente non ottenni nulla».
Con Mourinho si sono conosciuti a Londra, sponda Chelsea: «Il Chelsea cercava un profilo per curare tecnologie e comunicazione con i giocatori. Feci domanda, mi presero nel dipartimento di match analysis. Lì ho conosciuto José, lui dà grande attenzione all’analisi di partite e avversari. Tutti i giorni entrava nel nostro ufficio e mi chiedeva partite da visionare. Abbiamo iniziato a conoscerci e ci siamo presi subito, io romano e romanista in un club di Premier rappresentavo un profilo diverso e lui mi ha preso in simpatia. Mi ha chiesto di entrare nel suo staff, dopo un colloquio mi aveva scelto».
FONTE: La Repubblica – M. Pinci