Abraham, profeta del gol. Nel deserto però. L’attacco della Roma di Mou, che rischia di scivolare ottava considerando i recuperi delle concorrenti, senza l’inglese è come se non esistesse. Tolti i tredici gol di Tammy, infatti, si contano appena 8 reti egualmente distribuite tra Zaniolo, El Shaarawy, Shomurodov e Felix. Nessun altra squadra in serie A ha un divario così importante tra colleghi di reparto (-11).
Le difficoltà aumentano col passare delle domeniche considerato che nelle ultime sei partite di campionato sono arrivati appena 7 gol. Di cui tre su rigore. Quasi la metà (sempre tre) sono opera di Abraham, altri due sono arrivati dai ragazzini Bove e Volpato. Nemmeno uno di Zaniolo che comincia a diventare un caso.
Una miseria considerate le naturali ambizioni di Mourinho che nell’anno del Triplete aveva il miglior attacco del torneo. Un problema di gioco nonostante il cambio modulo, ma sopratutto di qualità degli interpreti visto che la Roma è la seconda squadra della serie A per tiri effettuati (446) verso la porta dietro all’Inter. Solo 47 le reti complessive.
Numeri così apatici non si registravano dal 2015 (41) quando però Garcia aveva la seconda miglior difesa della serie A. Oggi la situazione è decisamente diversa: se l’attacco è ottavo, la difesa è settima. E ha ben poco da sorridere nonostante la magra consolazione degli 8 risultati senza sconfitta e il primato di reti segnate nel recupero.
La figuraccia di Udine a sette giorni dal derby non è isolata e rimette sul banco degli imputati pure Pinto. Il mercato invernale, infatti, rischia di essere un altro flop considerate le bocciature di Mou per Oliveira e Maitland-Niles. Per il futuro, oltre a Svilar, si punta a chiudere per il terzino americano (ma nato in Olanda) Dest del Barcellona visto il probabile rinnovo di Dalot con lo United. Un’altra riserva.
Qualche passo in avanti, infine, per il rinnovo di Mkhitaryan. Senza l’armeno la Roma ha registrato solo figure imbarazzanti: da Bodo a Udine, passando per Venezia.
FONTE: Leggo – F. Balzani