(…) Oggi, a quasi 28 anni, Santon è cresciuto e quel bambino lì ha lasciato oramai spazio ad un ragazzo a caccia di rivincite. E se all’Inter è riuscito a prendersele solo in parte (a gennaio fu addirittura costretto a chiudere il suo profilo Instagram per i tanti insulti dopo l’errore commesso proprio contro la Roma), con i giallorossi la storia è iniziata in salita, ma Davide ha già saputo scalare un bel po’ della montagna dello scetticismo. Quello che ha convinto anche il d.s. Monchi ad andarlo a prendere direttamente all’aeroporto, al suo arrivo, per dare un segnale forte a tutti.
Già, perché poi il suo sbarco nella Capitale è stato accompagnato da polemiche, congetture e anche qualche cattiveria. C’era chi diceva che Santon fosse un «pacco» rifilato dall’Inter e chi che non fosse più capace neanche di giocare a calcio, a causa di un ginocchio (il destro) che gli ha fatto saltare tre trasferimenti: Sunderland, Napoli e West Ham, tre no successivi sempre alle visite mediche. “Posso giocare tutte le partite, anche ogni tre giorni”, disse il giorno della presentazione. (…) Ed infatti due partite di seguito le ha giocate con Frosinone e Lazio, nello spazio di 4 giorni. Ed i risultati sono stati molto buoni. «Nel derby penso di aver dato il massimo, è una partita dove se non dai tutto non vinci – ha detto ieri a Sky Sport – Finora a Roma ho passato tre mesi belli. So dello scetticismo ambientale, qui basta accendere la radio per rendersi conto delle cose. Sono arrivato sapendo che questa per me doveva essere una rinascita, dovevo riscattarmi e ripagare la fiducia della Roma. Poi puoi avere degli alti e dei bassi, ma ho voglia di rimettermi in gioco e le risposte stanno arrivando. Certo, due gare vogliono dire poco, ma dobbiamo puntare in alto. E io voglio restare qui a lungo». (…)