Sarebbe stato troppo, anche per questa Roma. E invece l’era Fonseca si chiude con un settimo posto che vale almeno la Conference League della prossima stagione: anche se solo per la differenza reti proprio contro il Sassuolo. Eppure dopo la prima frazione giocata ieri sera contro lo Spezia, c’era netta la sensazione che anche questa piccola impresa potesse sfuggire di mano ai giallorossi.
Brutti, inguardabili senza ne voglia ne cuore, tartassati dai padroni di casa che l’avevano asfaltata per quarantacinque minuti. E il 2-0 con il quale si era concluso il primo tempo andava addirittura stretto alla squadra di Italiano che si è agitato per l’intera gara come un’anima in pena sulla sua panchina.
Nella ripresa la Roma è andata un po’ meglio e grazie anche ai cambi di Fonseca è riuscita a ricucire lo strappo e ad acciuffare un pareggio fondamentale per la prossima stagione. Si chiude così nell’unico modo possibile, grazie ai gol di El Shaarawy e del solito Miki (perlui15 reti), la stagione giallorossa comunque disastrosa.
Il settimo posto non può essere un obiettivo giustificato per questa squadra che è stata per lungo tempo in scia alle prime e addirittura seconda in classifica. È vero, gli infortuni hanno fatto molti danni alla stagione giallorossa, forse più che a molte altre concorrenti, ma questo non può essere un alibi per nessuno. Come sempre paga il tecnico e Fonseca su questo non si è mai tirato indietro. All’allenatore portoghese va riconosciuta l’onestà e la voglia.
E poi di averci sempre messo la faccia anche nel difendere una squadra che per lunghi tratti è stata davvero indifendibile. E alla fine che paghi solo lui coincide con una delle tante ingiustizie del calcio: ma è così.
Di lui resterà la signorilità con la quale ha gestito anche i momenti difficili, l’attaccamento alla maglia e comunque la sensazione di avere a che fare, sempre, con una persona per bene. Dal punto di vista tecnico il ricordo non può essere positivo perché se è vero che sua Roma ha giocato per lunghi tratti un gran calcio, è altrettanto vero che in questo sport i conti si fanno alla fine: e il bilancio finale è impietoso con Fonseca: era dal 2012 che la Roma non arrivava così indietro e non a caso era il primo anno della vecchia gestione americana.
Coincidenze? Ora tocca a Mourinho con molta voglia di fare e un monte di problemi da risolvere a partire da un mercato che non sarà certo di quelli stellari ai quali è stato abituato in passato. Insomma, anche per lui non sarà una passeggiata: anzi, la strada inizia tutta in salita. Ma è anche vero che più giù di così è difficile andare.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini